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Dollaro, la tendenza al ribasso proseguirà anche nel 2021

1/26/2021 | Daniele Riosa

Seurat (La Française): "Preferiamo proteggere dal rischio cambio le nostre partecipazioni denominate in valuta statunitense, come il debito estero dei mercati emergenti o le azioni USA"


Il dollaro USA è la valuta più scambiata al mondo e il suo valore ha importanti implicazioni per la maggior parte dei mercati finanziari, per questi motivi gli investitori osservano da vicino le sue fluttuazioni. Durante lo scorso anno, infatti, è salito durante il crollo finanziario di marzo per poi perdere oltre il 12%. Gilles Seurat, multi asset fund manager di La Française, si pone due domande fondamentali: che cosa ci aspettiamo per il 2021? Il dollaro si è indebolito troppo?

La sua analisi parte dai fondamentali. 
“Il primo indicatore su cui concentrarsi - spiega l'analista - è la valutazione a lungo termine, misurata dal tasso di cambio effettivo reale, che fornisce preziose informazioni sul potere di acquisto di una valuta rispetto alla dinamica dell'inflazione. Anche se il dollaro si è già deprezzato, rimane ad un livello superiore rispetto alla sua media di lungo termine. Ciò significa che gli investitori saranno tentati di orientarsi verso altri Paesi dove il tasso di cambio è più conveniente. Ad esempio, gli investitori statunitensi potrebbero voler diversificare all'estero, in Europa o in Giappone. Questo è un fattore negativo per le prospettive del dollaro USA”.

Un altro driver molto importante per il cambio è “il tasso d’interesse reale, cioè il compenso al netto dell'inflazione che gli investitori ricevono per detenere titoli di Stato. Negli Stati Uniti, per un titolo con scadenza a 10 anni, il tasso è sceso dall’1% all'inizio del 2019 al -1% il 22 gennaio 2020. Ciò significa che gli investitori che detengono titoli di Stato decennali statunitensi perderanno l'1% all'anno di potere d'acquisto. Storicamente, il dollaro USA si è sempre mosso in tandem con il tasso reale e, dato che non prevediamo rialzi nei tassi reali statunitensi, questo risulta un fattore destinato ad incidere negativamente”.

“Guardando al passato – ricorda l’economista - è possibile individuare ulteriori fattori per comprendere la possibile direzione che prenderà il dollaro USA. Osserviamo infatti che all’uscita da una recessione, il dollaro si deprezza, come accaduto da marzo 2009 e marzo 2011, periodo nel quale l’indice USD ha perso il 15%. Dopo un terribile secondo trimestre 2020, ci aspettiamo che l’economia continui a crescere nel 2021, mentre l’economia globale tornerà gradualmente alla normalità”.

Per il manager anche la politica potrebbe giocare un ruolo. “Mentre l'ex presidente Trump ha introdotto una serie di dazi, il presidente in carica Biden probabilmente si asterrà dall’implementarli. Sempre guardando al passato, si osserva come il dollaro USA sia salito in concomitanza con l’implementazione di dazi e, sebbene la loro assenza non sia del tutto negativa, elimina dal quadro complessivo un potenziale driver di rialzo. Oltre a questo, il primo discorso di Janet Yellen fornisce un ulteriore indizio. Infatti, mentre quasi tutti gli altri ex segretari del Tesoro degli Stati Uniti hanno lodato un ‘dollaro forte’, la Yellen ha parlato di ‘tassi di cambio determinati dal mercato’. Si può affermare che la nuova amministrazione americana avrà un effetto meno positivo sul dollaro”.

“Non bisogna dimenticare – aggiunge - anche che l'economia statunitense vede un importante deficit delle partite correnti (vicino al 3% del PIL). Questo è in parte dovuto al drammatico deficit della bilancia commerciale (vicino a 900 miliardi di dollari all'anno), dato che le importazioni superano le esportazioni in larga misura. La conseguenza è che ogni giorno le imprese si ritrovano costrette a vendere dollaro USA per comprare valute straniere”.

Il multi asset fund manager di La Française riconosce anche che “ci sono anche alcuni driver positivi per il dollaro. In primo luogo, gli investitori sono già posizionati su un dollaro USA più basso. Alcuni speculatori usano i futures FX per implementare tali aspettative, tanto che l'attuale posizionamento è al minimo storico. L’orientamento degli investitori può essere dedotto anche osservando il mercato delle opzioni, che vede opzioni call più costose delle opzioni put su EUR/USD. Questo potrebbe ostacolare l'indebolimento del dollaro in quanto queste posizioni sono speculative e dovrebbero essere vendute ad un certo punto in futuro. Il dollaro potrebbe anche beneficiare dal rilevante aumento dei prezzi delle azioni del settore tech statunitense, attrattivo per gli investitori stranieri che dovrebbero comprare dollaro USA per partecipare. Un altro fattore positivo fondamentale per il dollaro USA è la notevole sovraperformance dell'economia statunitense rispetto agli altri paesi sviluppati che potrebbe anche attirare il capitale straniero negli Stati Uniti”.

"Pensiamo- conclude Seurat - che la tendenza al ribasso del dollaro proseguirà. Preferiamo proteggere dal rischio cambio le nostre partecipazioni denominate in dollari USA, come il debito estero dei mercati emergenti o le azioni USA”.

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