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Asset management: boom di piccole M&A

9/14/2021 | Marcella Persola

Erano 15 anni che non si assisteva a un fermento del genere. Secondo i dati di Refinitiv, i primi nove mesi di quest'anno hanno visto più operazioni per un valore di...


Il piccolo è bello anche nel gestito? Seppure l’industria dell’asset management sia dominata da dei titani, sembra che una nuova tendenza emersa nell’ultimo periodo è quella di M&A di piccole dimensioni.  Così riporta un articolo del Financial Times citando uno studio di Refinitiv in base al quale i gestori patrimoniali starebbero evitando le grandi acquisizioni perché molto più complicate e comportano problemi e rischi di integrazione.

 

Anche se sul mercato sembrano avere maggiore risonanza gli M&A tra grandi gruppi. E’ il caso ad esempio dell’ultima operazione tra Goldman Sachs per l’acquisizione dell’olandese NN IP, sono gli accordi più piccoli quelli più effervescenti. Erano 15 anni che non si assisteva a un fermento del genere. Secondo i dati di Refinitiv, i primi nove mesi di quest'anno hanno visto più operazioni per un valore inferiore a un miliardo di dollari tra i gestori patrimoniali che in qualsiasi momento dal 2007. Queste operazioni, che hanno lo scopo di aumentare le prestazioni operative piuttosto che rimodellare le aziende, sono aumentate del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Infatti si tratta perlopiù di acquisizione tattiche, che non dovrebbero comportare rischi di fallimento e consentono ai gestori di crescere e migliorare la propria efficienza operativa.

 

In particolare sembrerebbe che la funzione di queste acquisizioni sia quella di acquistare nuovi prodotti, nuovi expertise e nuovi modi per raggiungere i clienti, che sembra di essere il modo migliore per aggirare la concorrenza, invece di cercare di assorbire un grande rivale, come accadeva nel passato. Sembra che i gestori patrimoniali siano stati restii ad acquistare competenze e dipartimenti che già possiedono, rischiando scontri culturali e creando problemi gestionali.

 

L'intensa competizione per i nuovi investitori e un costante declino delle commissioni hanno guidato a lungo l'attività di deal in tutto il settore. L'industria della gestione patrimoniale è dominata da un gruppo selezionato di titani, guidato da BlackRock, Vanguard e Fidelity. All'altra estremità ci sono piccole boutique che prosperano puntando a settori specifici.

 

Nel mezzo si trova una fascia di gestori patrimoniali che devono decidere se cercare la scala attraverso un grande accordo trasformativo o espandersi in nuove aree con un approccio più tattico.

 

I gestori patrimoniali hanno sempre più cercato la tecnologia e nuove aree di crescita per compensare il calo delle commissioni e soddisfare il boom di investitori retail. I maggiori trend sono nel mercato del private debt, nell’immobiliare e nei prodotti ESG. Un'altra tendenza chiave è la crescente domanda degli investitori per una maggiore personalizzazione dei portafogli e l'uso di modelli per aiutarli a scegliere un mix di azioni e obbligazioni. E avere degli specialisti in tali campi, può aiutare ad essere maggiormente competitivi.

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