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Germania, l’incertezza politica porta volatilità nei prezzi degli asset

10/12/2021 | Daniele Riosa

Wieladek (T. Rowe Price): “L’aumento del salario minimo e l’investimento necessario per la transizione verso le zero emissioni potrebbe portare ad un aumento dell’inflazione”


Alla luce dei risultati elettorali, tutti i partiti siederanno al tavolo della trattativa con l’intenzione di far parte del governo di coalizione. Tomasz Wieladek, international economist di T. Rowe Price, spiega che “quando verrà firmato, l’accordo specificherà quali politiche saranno implementate, e chiarirà i compromessi accettati da ogni componente della coalizione”.

“Questi negoziati - prevede l’esperto - possono durare 6-8 settimane quando i programmi sono molto simili: in questo caso, visto che sono tre i partiti coinvolti (incluso il FDP, il cui programma conteneva promesse politiche molto diverse da quelle di SPD e Verdi), le trattative probabilmente dureranno di più, e ci sarà un alto rischio di rottura, come successe nel 2017. Sulla base del risultato elettorale, la nostra visione rimane che l’esito più probabile sia una coalizione guidata da SPD e Verdi. In ogni caso non c’è garanzia, persino a questo punto. SPD e Verdi hanno due potenziali partner nelle trattative: il FDP e la CDU. Una coalizione con la CDU sembra meno probabile, poiché servirebbero maggiori compromessi rispetto al più piccolo FDP. Comunque, la possibilità della coalizione CDU/CSU-Verdi-FDP non può essere scartata, specialmente dati i risultati della CDU/CSU alle elezioni, migliori di quanto previsto. La CDU/CSU potrebbe provare a fare maggiori concessioni ai Verdi e al FDP rispetto alla SPD. Il leader della CDU, Armin Laschet, è un abile negoziatore, con una lunga esperienza di coalition building”.

“La possibilità di una coalizione CDU/CSU-Verdi-FDP - ragiona il manager - è intorno al 40%. In questa incertezza, la cosa importante da fissare è che qualsiasi governo di coalizione, che sia guidato dalla SPD o dalla CDU, includerà i Verdi. Nel loro programma, i Verdi si sono impegnati a spendere 500 miliardi per la transizione tedesca verso le emissioni zero nel prossimo decennio. Per quanto è probabile che la cifra si riduca, è quasi certo che si avrà un consistente e ambizioso ‘pacchetto verde’. Lo stimolo addizionale derivante da questo pacchetto di investimenti è stimato tra lo 0,75% e l’1,25% del PIL, ma potrebbe aumentare nel breve termine se lo stimolo sarà volto a dimostrare agli elettori che le loro preoccupazioni sono prese sul serio in vista della prossima elezione del 2025”.

Per quanto riguarda le implicazioni per il mercato, l’analista sottolinea che, “come detto precedentemente, rimane un certo rischio che le trattative vadano diversamente dalle aspettative. Solitamente i negoziati si svolgono in privato, ma qualche soffiata è inevitabile. Il risultato è che la probabilità prezzata varierà nel tempo, portando ad una certa volatilità nei prezzi degli asset. Data la forte enfasi sulla giustizia sociale e l’uguaglianza presente nei programmi di SPD e Verdi, così come la forte volontà di cambiamento degli elettori in queste aree, è probabile che l’eventuale accordo tra i partiti della coalizione comprenderà un aumento significativo del salario minimo. Se salirà a 12 euro all’ora, come promesso, questo avrà un impatto su circa il 26% dei contratti di lavoro, stando ai dati del 2018. Allo stesso modo, entrambi i partiti propongono una maggiore spesa pubblica per supportare la transizione tedesca verso un’economia a zero emissioni”.

“Queste politiche – continua l’economista - alimenteranno la domanda nel 2022. Un aumento del salario minimo agirà immediatamente come stimolo alla domanda, poiché i lavoratori col salario minimo tenderanno a spendere una maggiore quota del proprio reddito. L’investimento necessario per la transizione verso le zero emissioni avrà un impatto aggiuntivo sulla domanda, che ci aspettiamo duri più a lungo del cambiamento una tantum del salario minimo. Comunque, ci potrebbe anche essere una serie di conseguenze inflazionistiche da queste politiche, in particolare data l’attuale condizione dell’inflazione in Germania. Pensiamo che l’attuale crescita del mercato wholesale di gas ed elettricità in Europa avrà ripercussioni sulle famiglie già a gennaio, per quanto il governo cercherà di mitigarne l’impatto in diversi modi. In ogni caso, i costi più alti per l’energia spingeranno probabilmente le società tedesche ad alzare i loro prezzi”.

L’aumento del salario minimo, in questo contesto di già forte inflazione spinta dai costi, potrebbe “spingere i sindacati a chiedere stipendi più alti nelle contrattazioni salariali di autunno, portando ad una maggiore inflazione di medio termine. La BCE probabilmente non reagirà a questi sviluppi, e al contrario conterà sul fatto che queste dinamiche aiutino ad allineare l’inflazione della zona euro con il nuovo target del 2%. Mentre le conseguenze economiche di una coalizione guidata da SPD e Verdi sarebbero dunque significative, ci sarà un ampio grado di incertezza su quali politiche saranno realmente implementate finché i negoziati per la coalizione si concluderanno”.

“Dal momento che queste politiche possono essere pienamente prezzate solo una volta che vengono svelate nella versione finale dell’accordo di coalizione, ai livelli attuali c’è ancora valore nei Bund indicizzati all’inflazione”, conclude Wieladek.

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