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Gli investitori non rivedono i portafogli nonostante la guerra

5/5/2022 | Redazione Advisor

Secondo l’ultima ricerca trimestrale condotta da UBS, serpeggia ancora una forte preoccupazione per l’impatto dell’inflazione


Secondo l’ultima ricerca trimestrale sulla fiducia degli investitori condotta da UBS, leader mondiale nella gestione patrimoniale, gli investitori mostrano ancora una forte preoccupazione per l’impatto della guerra in Ucraina sull'economia mondiale, oltre che per l’'aumento dell'inflazione. La ricerca, per la quale sono stati intervistati oltre 2.500 investitori e 1.000 imprenditori su 14 mercati in tutto il mondo, ha evidenziato che il 92% degli investitori si aspetta che la guerra favorisca un aumento dell'inflazione inoltre più della metà di questi ritiene che l’inflazione sia destinata a perdurare per oltre 12 mesi.

Secondo la metà degli investitori intervistati, la volatilità del mercato è più elevata del solito. La maggior parte degli investitori prevede che la guerra avrà un impatto economico negativo: il 66% si aspetta un aumento dei prezzi dell'energia, il 64% una maggiore instabilità su scala mondiale e il 60% teme l'aumento di attacchi informatici. Tuttavia, gli investitori non stanno ancora rivedendo i portafogli, ma si dicono pronti a farlo qualora il mercato dovesse risentirne ulteriormente. Molti sono ora più propensi a considerare l'acquisto di oro, titoli nazionali e petrolio, mentre tecnologia ed energia rimangono i settori più appetibili nelle condizioni di mercato attuali.

"Gli investitori di tutto il mondo sono indubbiamente preoccupati per le ripercussioni personali ed economiche di una delle più grandi crisi umanitarie degli ultimi decenni", ha dichiarato Iqbal Khan, presidente di UBS Europa, Medio Oriente e Africa e co-presidente di UBS Global Wealth Management. "È difficile valutare le implicazioni economiche a lungo termine della guerra in Ucraina, ma una gran parte degli investitori rimane ottimista sulle prospettive per il mercato azionario e ha fiducia nel proprio portafoglio ben diversificato".

Nel trimestre sono aumentate le fonti di preoccupazione per gli imprenditori, con l'instabilità geopolitica che si somma all'aumento dei costi dei materiali, ai rialzi delle imposte, al rafforzamento delle normative e ai problemi relativi alla catena di approvvigionamento. Di conseguenza, la fiducia nelle proprie attività d’investimento ha evidenziato un calo di 11 punti percentuali per i prossimi 12 mesi. La ricerca ha rilevato che gli imprenditori stanno ridimensionando i loro piani per quanto riguarda assunzioni ed investimenti per concentrarsi sull'incremento dei vantaggi per i collaboratori, sulla spesa informatica e sulla valorizzazione dei talenti.

"L'impatto della guerra in Ucraina e l'inflazione in aumento hanno costretto gli imprenditori ad adattarsi nuovamente a una situazione imprevedibile e senza precedenti, dopo aver già gestito gli effetti della pandemia sul proprio business", ha affermato Tom Naratil, presidente di UBS Americas e co-presidente di UBS Global Wealth Management. "In un mercato del lavoro in contrazione, gli imprenditori si stanno adoperando insieme ai propri consulenti finanziari per offrire delle soluzioni in grado di portare benefici ai propri collaboratori, come le Workplace Wealth Solutions di UBS, al fine di creare sempre più valore per i propri dipendenti”.

Paolo Federici, market head di UBS Global Wealth Management in Italia ha commentato: “Senza dubbio la difficile situazione che stiamo vivendo a livello geopolitico a causa del conflitto in Ucraina, oltre ad avere un forte impatto emotivo nelle nostre vite, sta avendo delle notevoli ripercussioni sui mercati. Oggi più che mai, quindi, la costruzione di un portafoglio ben diversificato e posizionato per la volatilità è una priorità per gli investitori. E in questo contesto, investimenti sostenibili, tech e transizione energetica, temi in cui UBS GWM già da molto tempo vede valore, rappresentano un modo vincente per costruire un portafoglio che non solo resista al cambiamento, ma che se ne avvantaggi”.

Risultati regionali

Negli Stati Uniti, l'ottimismo a breve termine degli investitori sull'economia e sul mercato azionario statunitense è cresciuto dall'ultimo trimestre, aumentando in entrambi i casi di quattro punti percentuali, al 58%. Ciononostante, la volontà di incrementare gli investimenti nei prossimi sei mesi è in leggero calo di tre punti percentuali, al 33%. Il rischio geopolitico si unisce alla politica come una delle inquietudini principali, cui segue l'inflazione, con sei investitori su dieci preoccupati per la guerra in Ucraina e il suo impatto sui portafogli.

In America Latina, l'ottimismo a breve termine è aumentato di appena due punti percentuali, attestandosi al 60%, con il 61% degli investitori latino-americani che si dichiara ottimista sulle prospettive per i titoli della regione. Più della metà degli intervistati prevede di investire di più nei prossimi sei mesi (56%).

In Europa, poco più di due terzi degli investitori intervistati rimangono ottimisti sulla propria economia a breve termine. Tuttavia, l'ottimismo relativo alle prospettive per le azioni nella regione è diminuito di quattro punti percentuali, al 63%. Quasi la metà degli investitori europei prevede di investire di più nei prossimi sei mesi (46%), con una riduzione di tre punti percentuali rispetto all'ultimo sondaggio.

In Svizzera, l'ottimismo nell'economia nazionale a breve termine è tornato ai livelli del 2020, con solo il 33% degli investitori ottimisti in questo trimestre rispetto al 68% del precedente. La perdita di ottimismo si è riflessa anche nelle opinioni sui titoli nazionali: il 41% si dice ottimista rispetto al 68% dello scorso trimestre. Si è anche osservato un calo nei piani di investimento per i prossimi sei mesi, con il 24% che prevede di investire, sei punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente. 

In Asia, gli investitori rimangono ottimisti sulle previsioni a sei mesi per i titoli della regione e anche sull'economia in generale. Si è registrato un lieve calo (due punti percentuali) tra coloro che prevedono di investire di più nei prossimi sei mesi. Il Covid rimane una preoccupazione per molti in Cina (45%), ma la percentuale è complessivamente diminuita nell’area (47% in questo trimestre rispetto al 51% dello scorso trimestre). 

La ricerca sulla fiducia degli investitori di UBS ha svolto un sondaggio presso 2.644 investitori e 1.084 imprenditori con almeno $1M in asset da investire (per gli investitori) o almeno $1M di reddito annuale e almeno un collaboratore oltre all'imprenditore (per gli imprenditori), dal 30 marzo al 22 aprile 2022. Il campione globale era distribuito su 14 mercati: Argentina, Brasile, Cina continentale, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Italia, Messico, Regno Unito, Singapore, Stati Uniti e Svizzera. Per i risultati di febbraio, UBS ha intervistato 4.200 investitori e imprenditori a livello globale, dal 4 al 24 gennaio 2022. Il campione globale era distribuito su 15 mercati: Argentina, Brasile, Cina continentale, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera.

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