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UK, Liz Truss rischia di essere travolta dalla recessione

9/6/2022 | Daniele Riosa

Vediamo come i gestori commentano la decisione del partito Conservatore e quali criticità potrà incontrare la nuova premier nel corso del suo mandato in un Paese attanagliato da una crisi economica incalzante


Liz Truss è il nuovo premier britannico. La scelta del partito Conservatore (o meglio del 57% dei suoi militanti) è caduta su di lei dopo le dimissioni dello scorso luglio di Boris Johnson. Vediamo come i gestori commentano la decisione e quali criticità potrà incontrare Truss nel corso del suo mandato in un Paese attanagliato da una crisi economica incalzante.

Elliot Hentov, head of macro policy research di State Street Global Advisors, sottolinea che “nell'attuale mercato del lavoro, caratterizzato da una forte contrazione, è difficile trovare candidati idonei; quindi, le difficoltà del Partito Conservatore si riflettono su tutta l'economia. Detto questo, è probabile che il mercato del lavoro si indebolisca molto nel corso del prossimo anno, con un aumento significativo della disoccupazione, un destino simile a quello che si prospetta con ogni probabilità per la nuova Primo Ministro”.

“La recessione stagflazionistica del 2022-2023 - prevede il gestore - colpirà duramente le finanze delle famiglie: si prevede che alla fine del 2023 il potere d'acquisto reale delle famiglie sarà inferiore a quello del 2007, prima della crisi finanziaria. Non è difficile valutare il danno che tutto questo arrecherà all'elettorato. La risposta affannosa della Banca d'Inghilterra volta a ridurre l'alta inflazione si tradurrà anche in una minore crescita, nonostante le varie iniziative fiscali del prossimo premier possano contribuire a tamponare lo shock dei prezzi dell'energia. Di conseguenza, la combinazione di recessione economica, aumento della disoccupazione e riduzione dei salari reali non è di buon auspicio per la sopravvivenza politica di qualsiasi governo”.

"A questo proposito, riteniamo che Liz Truss non godrà nemmeno del tipico periodo di luna di miele al momento dell'insediamento, e probabilmente la Truss finirà per avere il mandato più breve di qualsiasi altro primo ministro dell'ultimo mezzo secolo, prima che le elezioni del 2024 portino a un cambio di governo”, conclude Hentov.

Stefania Paolo, country head Italia di BNY Mellon Investment Management , constata che “c’è ancora molta incertezza nel Regno Unito. La crisi dei costi della vita e la crisi energetica pesano sui mercati domestici e sulla sterlina. Pertanto, qualsiasi chiarificazione possa arrivare dal nuovo Premier Liz Truss su questi temi non potrà che avere un impatto positivo, a maggior ragione se il Primo Ministro sarà in grado di dimostrare di tenere ben saldo il timone dell’agenda politica nazionale. La fiducia dei consumatori è ai minimi storici. La popolazione si trova dinanzi la dura prospettiva di ulteriori aumenti dei prezzi in inverno. L’attuale sussidio sulle bollette energetiche, pari a 400 - 650 sterline, potrebbe sembrare sul finire dell’anno ben poca cosa nei bilanci delle famiglie. Per il Primo Ministro sarà prioritario correre ai ripari, sia che si tratti di introdurre un nuovo tetto ai prezzi dell’energia, proporre ulteriori sussidi o ricorrere a detrazioni fiscali. Tali misure migliorerebbero anche la stabilità dei salari in un momento in cui i costanti scioperi stanno pesando sulla produttività e sull’umore del Paese”.

“I mercati - continua Paolo - prevedono lo stanziamento di una qualche forma di budget emergenziale. Se si considera che i sussidi energetici potrebbero costare 50 miliardi di sterline, la domanda degli investitori è più che legittima: come verrà finanziata in modo sostenibile una somma così ingente? La proposta di un piano coerente e credibile da parte del governo potrebbe supportare la sterlina. Infine, vi sono state diverse discussioni su un possibile cambio di rotta da parte della Bank of England. Crediamo che i mercati preferirebbero invece una direzione delle politiche monetarie stabile, senza cambiamenti, così da ridurre il rischio di qualsiasi shock non necessario, soprattutto in uno scenario dove il potere decisionale verrà in parte trasferito ai politici”.

Secondo David Riley, chief investment strategis di, BlueBay Asset Management, “Liz Truss si trova di fronte a un'ardua sfida. I problemi immediati che deve affrontare, le crisi dell’energia e del costo della vita e la stagnazione dell’economia, riflettono i problemi a lungo termine di bassi investimenti e produttività. La stretta della Russia sulle forniture di gas all'Europa e l'impennata dei prezzi del gas e dell'elettricità hanno inoltre messo in luce la fragilità del mercato energetico britannico e la sicurezza degli approvvigionamenti. Affrontare queste debolezze, rispettando al contempo gli impegni assunti dal Regno Unito in materia di emissioni nette di carbonio, richiederà immaginazione e investimenti. Truss, in quanto liberale sul fronte economico, vuole ridurre le tasse e le normative, ma con un debito pubblico vicino al 100% del PIL e un costo degli interessi in aumento, il margine di manovra fiscale è scarso”. Il manager rileva che “nel suo discorso di accettazione, Truss ha ribadito il suo impegno a tagliare le tasse, ma ha anche detto che il suo governo affronterà l'aumento delle bollette energetiche e migliorerà il servizio sanitario nazionale.

Per Riley "è improbabile che il mercato dei Gilt e la sterlina accolgano con favore un forte aumento dell'indebitamento pubblico in un periodo di inflazione elevata e di tassi d'interesse in crescita, a meno che non sia supportato da un piano credibile di riduzione dell'indebitamento e del debito pubblico nel medio termine. Truss ha dichiarato di voler rivedere anche il mandato della Bank of England e di voler verificare se sia ancora ‘adatto allo scopo’. Come molte altre banche centrali, la BoE è stata colpevole di aver risposto troppo tardi alla minaccia dell'inflazione. Ma tutto ciò che sembra ridurre l'indipendenza della Old Lady di Threadneedle Street preoccupa gli investitori internazionali che finanziano i due grandi deficit di bilancio e commerciale del Regno Unito in un momento in cui l'inflazione è la più alta tra le economie del G7”.

“Per stimolare il potenziale di crescita a lungo termine dell'economia britannica e mantenere la fiducia nel quadro di politica monetaria e fiscale, sono necessarie scelte difficili e non velleitarie. La credibilità del programma di politica economica del nuovo Primo Ministro sarà giudicata dai mercati obbligazionari e valutari”, conclude Riley.

Sue Noffke, head of UK Equities, Andy Brough, head of pan-european small and mid cap team e Jean Roche, fund manager, pan-european small and mid cap team di Schroders, si chiedono se con la recessione alle porte le aziende saranno in grado di gestire i costi in crescita e la spesa in calo. "Ora - rispondono gli economisti - la previsione della Bank of England è che il Regno Unito attraverserà una recessione di 15 mesi per via dell’impatto dei tassi d’interesse più alti e di costi dell’energia in impennata. La fiducia dei consumatori è crollata ai minimi da 50 anni. Uno studio della BoE evidenzia che le aziende britanniche sono convinte di poter trasmettere sui consumatori gli aumenti dei fattori di produzione per proteggere i margini. Sebbene questo rassicuri gli investitori, è preoccupante per i policymaker e per la Banca Centrale, poiché indica che l’elevata inflazione potrebbe consolidarsi".

"Le aziende più grandi - prevedono i manager - riusciranno a contenere parte dei loro costi per l’energia, così da non essere esposte all’aumento dei prezzi energetici nel breve termine. Tuttavia, molte piccole e medie imprese subiranno la morsa dei costi. Il settore dei consumi discrezionali sarà il più a rischio per l’aumento dei costi energetici, poiché i consumatori daranno un taglio alle spese più ingenti, come le automobili o i beni per la casa, così come l’abbigliamento".

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