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BCE, politica monetaria ancora restrittiva

5/2/2023

I gestori sono unanimi nel prevedere che nel meeting del prossimo giovedì l’istituto di Francoforte proseguirà con il rialzo dei tassi, ma le opinioni divergono sulla sua entità


Giovedì 4 maggio è in programma il meeting della BCE, nel corso del quale verranno comunicate le prossime mosse di politica monetaria. I gestori sono unanimi nel prevedere che Francoforte ritoccherà al rialzo i tassi, ma sull’entità del rialzo ci sono opinioni differenti.

 

“Siamo fortemente convinti che le decisioni della BCE siano veramente dipendenti dai dati – osserva Annalisa Piazza, fixed-income research analyst di MFS – con l’avvicinarsi della fine del ciclo di inasprimento dei tassi e considerando che l'impatto delle passate decisioni di politica monetaria devono ancora trasmettersi pienamente all'economia reale.  Il nostro scenario di base prevede un rialzo a maggio e giugno di 25 punti base per portare i tassi terminali al 3,5%. Detto questo, l’imminente indagine sul credito bancario della BCE e i futuri sviluppi dell'inflazione di base determineranno il tenore delle decisioni future”.

“La BCE potrebbe anche decidere di fare ulteriori annunci sul fronte del quantitative tightening durante la riunione di questa settimana” aggiunge l’analista. “Il Consiglio Direttivo potrebbe scendere a compromessi su ulteriori iniziative in materia di ritiro della liquidità dal sistema (ovvero interrompere i re-investimenti delle APP nel secondo semestre). Detto questo, sembra che ci sia un ampio accordo per mantenere il reinvestimento del PEPP”.

 

“La BCE è ancora in modalità restrittiva” rileva Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments “i recenti commenti dei membri del Consiglio Direttivo suggeriscono chiaramente ulteriori aumenti dei tassi. I verbali dell'ultima riunione politica hanno rivelato che alcuni membri erano preoccupati per l’ottimismo sulla riduzione dell’inflazione nelle proiezioni della BCE. A sostegno di questa preoccupazione, il settore pubblico tedesco ha concordato un aumento salariale del 6% nel 2023 e nel 2024. Non sorprende che la Presidente Lagarde abbia recentemente affermato che "c'è ancora un po' di strada da fare", rendendo così altamente probabile un aumento dei tassi nella riunione di questa settimana”.

 

“Ciò detto – puntualizza l’economista –  riteniamo che la BCE adotterà un approccio più cauto e alzerà i tassi chiave di soli 25 punti base nella riunione imminente. Una delle ragioni principali è la crisi bancaria: anche se di recente il tema è passato in secondo piano, nuovi sviluppi potrebbero concretizzarsi. Il Bank Lending Survey (in pubblicazione oggi) mostrerà probabilmente un ulteriore inasprimento degli standard di prestito già molto rigidi, ed un’ulteriore stretta è in cantiere, mentre l’impatto dei passati rialzi dei tassi deve ancora materializzarsi completamente. Inoltre, intravediamo buone possibilità che l'inflazione core cambi nel trimestre in corso, visto il positivo andamento dei prezzi alla produzione e delle importazioni che hanno iniziato a scendere. A differenza dei mercati, riteniamo che gli effetti frenanti della crisi bancaria consentiranno alla BCE di fermarsi dopo un ulteriore rialzo dei tassi di 25 pb a giugno, arrivando al 3,5%. Ci aspettiamo inoltri che giovedì la BCE mantenga la stretta dipendenza dai dati”.

 

Altaf Kassam, head of investment strategy & research per l'area EMEA di State Street Global Advisors, prevede invece che la BCE rialzerà i tassi di 50 punti base. “Continuiamo a vedere una certa, poco confortante, continuità dei dati sull'inflazione, il che significa che un altro aumento di 50 punti base a maggio non è scontato, ma a nostro avviso, è l'esito più probabile. Tuttavia – chiarisce –  date le persistenti preoccupazioni sugli effetti variabili e in ritardo delle azioni intraprese in precedenza dalla Banca Centrale Europea, e il persistere di problematiche nel settore bancario (anche se ancora focalizzate sugli Stati Uniti), questa volta i rischi sono orientati verso il downside e non escluderemmo completamente un aumento più accomodante di 25 punti base”.

 

“Il tono dei commenti della BCE è stato più frammentato di recente, con i “falchi” che hanno posto in evidenza la persistenza dell’inflazione, mentre le “colombe” hanno sottolineato l’avvicinarsi ai terminal rate, il che appare certamente in linea con i prezzi di mercato. A nostro avviso, tenendo conto di tutti questi elementi e della forza, in qualche modo sorprendente, dei mercati azionari quest'anno” conclude l’esperto “riteniamo che la BCE potrebbe vedere lo spazio per inasprire un po' di più le condizioni finanziarie rispetto a quanto i mercati si aspettino”.

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