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J.P. Morgan AM: la recessione si sposta al 2024

7/12/2023 | Marcella Persola

Un bilanciamento di stili, geografie e puntare sulla qualità è il modo più corretto per riposizionare il portafoglio nel prossimo semestre che presenterà un'economia più moderata e un'inflazione in calo


Dopo un 2022 da dimenticare il 2023 è stato migliore delle attese, sia per i mercati che per l’economia ma è troppo ottimistico pensare che sia tornato uno scenario in cui non si debba fare i conti con la recessione e l’inflazione. Così J.P. Morgan AM nelle sue previsioni di Mid Year relative al secondo semestre del 2023, presentate oggi dalla market specialist Maria Paola Toschi (in foto).

 

Per l’esperta dell’asset manager si prevede che l’inasprimento delle condizioni finanziarie porti a una moderazione della crescita. In particolare “dopo 6 mesi osserviamo quello che si sta rivelando un anno migliore non solo per i mercati, ma anche più positivo per le economie rispetto a quello che avevamo previsto. Se da un lato il settore manifatturiero ha sofferto per la combinazione di una domanda più debole di beni, dall’altro l’attività del settore dei servizi rimane notevolmente robusta” ha evidenziato Toschi, che ha precisato come "la solidità del mercato del lavoro soprattutto negli USA, l’accumulo di risparmi e il desiderio di recuperare le mancate esperienze durante il Covid sembrano aver superato l’ostacolo del rialzo dei costi e dei tassi di interesse”.

 

E il dato dell’occupazione secondo Toschi permette alle banche centrali di posticipare il taglio dei tassi, atteso nel 2024. Nello specifico per la market specialist le previsioni sono di due ulteriori rialzi sia per la FED che per la BCE. Sul fronte dell’inflazione per l’esperta c’è da distinguere tra quella primaria che probabilmente continuerà a scendere nei prossimi mesi e di cui l'Europa ne beneficerà; mentre su quella core la riflessione è più ampia, ed è difficile che si raggiunga a breve il target del 2% voluto dalle banche centrali. “La domanda di servizi rimane in forte crescita, con le famiglie ancora apparentemente intenzionate a recuperare le esperienze non vissute durante il periodo del Covid. La rigidità del mercato del lavoro e la persistente pressione sui salari continueranno a determinare aumenti dei costi e dei prezzi fino a quando non si verificherà una recessione” precisa Toschi.

 

Con l’inflazione in calo le obbligazioni sono tornano ad essere protagoniste dei portafogli, confermandosi come un asset class cruciale. In particolare per questo tema deve prevalere la qualità che oltre ai governativi per J.P. Morgan AM si riscontra nell’investment grade.

 

Anche sul fronte equity la parola chiave è qualità. Per Toschi le valutazioni sono salite ma non ai livelli estremi di fine 2022 e hanno risentito del rally dei primi 10 titoli dell’indice S&P500. “Se scorporiamo l’aumento legato ai 10 titoli vediamo che c’è ancora spazio di crescita. Seppure riteniamo che sia più opportuno un approccio neutrale in termini geografici e anche di stile tra growth e value".

 

Guardando all’Europa per Toschi il Vecchio Continente è un mercato a sconto dove c’è valore, soprattutto sul fronte dei dividendi, perché "presenta dei livelli di pay-out ratio più bassi rispetto ai livelli pre-pandemici e il processo di ritorno a quella fase è ancora in corso".

 

Sul fronte degli emergenti invece le basse valutazioni e un dollaro più debole possono favorire sia i mercati in via di sviluppo, sia la Cina, che merita un discorso a sé. “Dopo la fine della politica di azzeramento dei contagi da Covid, la ripresa della Cina ha mostrato un andamento simile a quello degli USA e dell'Europa. Gli indicatori sulla fiducia delle imprese per il secondo trimestre segnalano attualmente uno slancio di crescita più debole per il futuro, in quanto le criticità immobiliari stanno ancora pesando sul sentiment del settore privato” sottolinea Toschi. Anche se la Cina resta una delle tematiche di lungo termine nella quale J.P. Morgan AM crede, assieme alle large cap europee e al Giappone.

 

In tale ottica, ossia per chi guarda ad aree di investimento a lungo termine, ed è intenzionato ad ampliare l’orizzonte alle strategie, anche il mondo degli alternativi, intesi come infrastrutture, può rappresentare delle opportunità. Senza dimenticare il tema dell’evoluzione della sostenibilità che sarà cruciale per il futuro, soprattutto in considerazione degli investimenti legati alla transizione energetica che si presenta come un’opportunità per gli investitori a lungo termine.

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