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Rally di Natale ora, presidenziali Usa tra 11 mesi

12/5/2023

Preziosi ancora in crescita, indebolimento del dollaro Usa e sentiment tornato di Avidità. E il rialzo dell’azionario è corale, non solo prerogativa del Tech. L’analisi di Andrea Forni.


Eventi geopolitici e la scomparsa di due figure chiave del Ventesimo Secolo hanno caratterizzato il mese di novembre. Da una parte lo stallo nella guerra tra Russia e Ucraina e la recrudescenza del conflitto in Medio Oriente, dall’altra i lutti per due personalità centenarie, Henry Kissinger e Charlie Munger, il socio di Warren Buffett.

“Entrambi sono stati al fianco di uomini più influenti e potenti di loro, ma ne hanno con la loro intelligenza influenzato il processo decisionale” ricorda Andrea Forni (CFTe), consulente finanziario ed esperto di investimenti tematici, autore de "La ruota dei mercati finanziari" e di "Investire nei megatrend del futuro".

Henry Kissinger è stato forse lo statista americano che più ha lasciato un segno nella Storia politica americana; vincitore di un Premio Nobel per la Pace, contestato e osteggiato per i suoi pensieri e il suo modo di agire nelle crisi geopolitiche e nelle faccende politiche interne che gli Stati Uniti hanno attraversato nel corso di oltre sessant’anni passati, dalla guerra del Vietnam allo scontro con l’Unione Sovietica, al Medioriente e infine nella guerra commerciale e tecnologica contro la Cina.

Charlie Munger, nel settore della finanza, è stato per decenni la spalla di Warren Buffett ed ha contribuito al successo dell’investitore più famoso del mondo, rimanendo comunque nell’ombra; pochi infatti avrebbero saputo associare il suo nome al fondo Berkshire Hathaway”.

 

Sul fronte geopolitico il mancato allargamento del conflitto ai Paesi confinanti - soprattutto l’Iran - ha permesso di evitare la chiusura della principale via di ingresso di petrolio, i cui prezzi hanno corretto con rapidità e profondità dai massimi raggiunti allo scoppio della guerra. E questo di conseguenza ha contribuito a calmierare l’inflazione.

“Questa rapida discesa potrebbe contribuire alla decisione delle Banche Centrali di iniziare la riduzione dei tassi di riferimento già dai primi mesi del 2024 - ricorda Forni – Nel frattempo, però, la combinazione di fattori geopolitici e monetari sta facendo bene ai metalli preziosi, oro e argento, i cui prezzi sono in rally da inizio ottobre.

A questa tendenza rialzista contribuisce anche il netto indebolimento del dollaro Usa sia in forza assoluta (Dollar Index) sia contro valute «bene rifugio» (CHF, GBP) sia a sorpresa anche contro valute commodity-driven come AUD e CAD. La ritrovata forza di queste valute inizia a manifestare effetti positivi anche sul comparto delle materie prime industriali, con i primi segnali di un rialzo del prezzo del rame”.

 

Siamo così passati in poche settimane dalla “Paura” di ottobre alla “Avidità” di fine novembre, con annesso rialzo dell’azionario.

“Molto strano questo repentino cambio di sentiment, che si è tradotto sui mercati azionari in un violento e inaspettato rally dell’equity sia Usa sia Europeo. Guidato dalla solita pattuglia di titoli tecnologici, stavolta si è esteso a molti settori produttivi e del consumo.

Ma vi si è associato anche un rimbalzo delle quotazioni dei principali obbligazionari sovrani che reagiscono al calo dei rendimenti su ogni scadenza della curva dei tassi, che sta tornando a normalizzarsi, segnalando come leading indicator la prossima uscita dell’economia dalla recessione /contrazione”.

 

Mercati finanziari in rialzo, indicatori tornati in positivo, sentiment di Avidità: ci stiamo avvicinando al rally di Natale? “I presupposti ci sono tutti - spiega Forni - al netto di quanto potrebbe accadere a livello geopolitico, con due guerre calde in corso che restano la variabile impazzita e imprevedibile da mettere però dentro l’equazione del calcolo del rischio futuro.

In ogni caso tutti questi segnali sono da considerarsi «leading indicator» dello sviluppo del tanto atteso «bottom» nella Fase 2 del Business Cycle (fase in cui ci troviamo ancora, a mio avviso) e la prossima uscita verso Fase 3, che ricordo essere caratterizzata dal ritorno degli acquisti copiosi sull’azionario e sulle commodity (e sulle loro aziende produttrici, mai così depresse come ora, quindi a sconto)”.

 

E allungando lo sguardo all’anno nuovo? “Ricordiamoci che sarà l’anno delle presidenziali USA, che storicamente è propizio per le Borse. Resta comunque il monito di restare prudenti. Vi auguro con un poco di anticipo Buone Feste e buon anno nuovo”.

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