Gli asset manager continuano a essere ottimisti. Sulla scia dei risultati raggiunti negli ultimi due anni l'89% dei gestori si aspetta ancora un periodo di crescita positiva, grazie soprattutto all'aumento della domanda di soluzioni su misura costruiti sulle esigenze del cliente finale (78% delle SGR). Ma non tutti saranno in grado di cavalcare queste nuove opportunità, per questo il 95% degli asset manager prevede un aumento delle acquisizioni, al punto che 1 SGR su 2 sta già valutando possibili operazioni.

 

Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla ricerca condotta sul settore dell'asset management "Opportunities for Optimism?" da State Street, che ha intervistato 400 asset manager internazionali. "Se i dati relativi alle acquisizioni nel mondo dell'asset management saranno confermati abbiamo di fronte un mercato che cambierà completamente volto" afferma Riccardo Lamanna, country head Italia di SSGS che, nel presentare la survey, ricorda anche le minacce individuate dagli asset manager per il prossimo futuro. "Il 96% dei gestori afferma di sentirsi sotto pressione per ridurre i costi delle operations" spiega il manager che però evidenzia, tra le minacce, la crescente paura legata allo sviluppo rapido di nuovi concorrenti "non tradizionali" (79%).

 

Timore che sta spingendo "i principali operatori del settore ad attivare velocemente nuove strategie volte a colmare le eventuali lacune di competenze attraverso acquisizioni e investimenti, con l'obiettivo di aumentare la penetrazione nei segmenti di clientela oggi attratti da questi nuovi competitor" afferma Lamanna. Strategie che passano da quattro pilastri. "Secondo gli asset manager che hanno partecipato alla survey, sono quattro i fattori in grado di generare in futuro valore per la clientela e per il mercato" chiosa il country head Italia di SSGS: ridefinire il mix di prodotti sulla base delle nuove esigenze dei clienti; offrire un servizio al cliente sempre più personalizzato e trasparente; instaurare un nuovo dialogo con gli investitori fondato sulle nuove idee di rischio; migliorare le operations.

 

"Gli asset manager stanno adattando le loro competenze per soddisfare la crescente domanda degli investitori per soluzioni multi-asset e outcome-oriented: il 42% delle SGR si prepara infatti a lanciare per la prima volta un prodotto appartenente a queste categorie", afferma Lamanna che non dimentica l'Italia. "Guardando le risposte degli asset manager italiani che hanno partecipato alla survey emerge ottimismo sul futuro del mercato, accompagnato, però, da una speranza che la grande crescita registrata finora si trasformi definitivamente in una spinta verso una nuova maturità del mercato dell'asset management nostrano" spiega il Lamanna che indica quelle che sembrano oggi apparire come le tre grandi minacce per il mercato nostrano.

 

"Sono tre le criticità del mercato italiano oggi" conclude Lamanna. "La prima è legata alla preoccupazione per il recepimento della Aifmd che ha anticipato in Italia alcuni temi della Ucits 5 costringendo gli operatori a una corsa non giustificata in termini di costi che poteva essere rimandata di almeno due anni. L'altra preoccupazione riguarda soprattutto le SGR di derivazione bancaria che hanno difficoltà nel reclutare i talenti visti i forti limiti imposti dalla regolamentazione sulle retribuzioni delle figure di rilievo delle banche". "Infine le SGR italiane sono preoccupate per l'avvento della Mifid 2 che sta già spingendo il mondo dei distributori a spostarsi dai prodotti diretti ai prodotti assemblati" spiega Lamanna che però afferma: "la Mifid 2 farà anche emergere i soggetti virtuosi".