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PIMCO, “Rischio recessione elevato, il mercato è troppo ottimista”

1/25/2024 | Daniele Riosa

Nel loro Cyclical Outlook, gli analisti della società, sottolineano che, in questo contesto, “le obbligazioni offrono un elevato potenziale di protezione dai ribassi. Sull’azionario serve cautela”


“Nonostante l’ottimismo dei mercati, il rischio di una recessione nel 2024 è ancora presente anche se non sarà profonda. La resilienza dell’economia globale del 2023, soprattutto sostenuta dagli Stati Uniti, cederà il passo alla stagnazione nel corso dell’anno”. Questo è quanto prevedono Nicola Mai, economist e sovereign credit analyst di PIMCO e Adriano Nelli, executive vice president and head of global wealth management Italy di PIMCO, nel corso dell’evento “Prospettive 2024, Hard-Landing in Europa vs Soft-Landing negli USA?” in cui è stato anche presentato il nuovo Cyclical Outlook.

Nicola Mai (in foto) sottolinea che “il ciclo più aggressivo di rialzi dei tassi che si sia visto da decenni ha posto l’economia globale su una rotta che resta di difficile previsione, il che rende ancora più importante porre attenzione ai rischi e puntare su portafogli capaci di conseguire buoni risultati in una varietà di contesti. Dopo un 2023 in cui l’economia globale ha dimostrato una sorprendente resilienza, guidata da crescita forte negli Stati Uniti, prevediamo una riduzione di marcia verso la stagnazione o una lieve recessione nel 2024. Il rallentamento sarà verosimilmente più marcato nei Paesi con mercati più sensibili ai tassi di interesse e l’eccezionale vigore dell’economia americana probabilmente verrà meno nel nostro orizzonte ciclico di sei-dodici mesi”.

“Alla luce del calo dell’inflazione - continua l’analista - le banche centrali dei mercati sviluppati sono probabilmente giunte al termine del loro ciclo di rialzi dei tassi. L’attenzione si è dunque spostata sui tempi e sul ritmo di riduzione dei tassi. Storicamente, le banche centrali hanno avuto la tendenza a non ridurre i tassi prima di una recessione ma solo dopo il suo manifestarsi e a operare poi tagli maggiori di quelli previsti dai mercati. Sul più lungo termine continuiamo ad aspettarci che il tasso ufficiale neutrale scenda a livelli analoghi o leggermente superiori a quelli osservati prima della pandemia. Riprendendo le parole del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, crediamo che i rischi di rialzo per l’inflazione e di ribasso per la crescita siano divenuti più simmetrici. I rischi di recessione restano tuttavia elevati, a nostro giudizio, in ragione di una crescita stagnante della domanda e dell’offerta nei mercati sviluppati”.  

“Dopo il rally di molti mercati finanziari nella parte finale del 2023 - rileva l’economista - gli attivi più rischiosi sembrano scontare un atterraggio morbido per l’economia e potrebbero sottostimare i rischi sia di ribasso che di rialzo. Con valutazioni appetibili e rendimenti tuttora prossimi ai massimi da 15 anni, i mercati obbligazionari possono offrire una varietà di opportunità con potenziale di validi risultati in molteplici scenari macroeconomici. Sui mercati del credito, continuiamo a privilegiare gli MBS agency statunitensi e altri attivi di alta qualità assistiti da garanzia che offrono sia rendimenti interessanti che resilienza in caso di ribassi. La tendenza delle banche a fare un passo indietro in determinati ambiti verosimilmente persisterà offrendo opportunità nel credito assistito da attivi e nella finanza specializzata sui mercati privati. Ravvisiamo anche opportunità di straordinaria appetibilità per l’obbligazionario globale, con potenziale di sovraperformare quello americano a fronte di maggiori rischi di ribasso sul versante economico. Siamo focalizzati sui mercati sviluppati più liquidi alla luce dei rendimenti interessanti ma puntiamo a cogliere valore anche nel debito dei mercati emergenti. I rendimenti monetari restano elevati, tuttavia gli investitori rischiano di perdere opportunità restando troppo a lungo sul monetario”.

“Il rally del mercato obbligazionario nella parte finale del 2023 - conclude Mai - ha evidenziato come gli investitori possano conseguire rendimenti complessivi più appetibili con obbligazioni di alta qualità a media scadenza, per il combinarsi di rendimenti e apprezzamenti dei prezzi dei titoli, senza assumere un rischio di tasso di interesse maggiore con obbligazioni a lunga scadenza.

Adriano Nelli concentra la sua analisi sul potenziale dei bond nel 2024: “Con l'inizio del nuovo anno, molti investitori sono alle prese con la decisione di mantenere la liquidità o di passare a un'allocazione a reddito fisso per ottenere rendimenti potenzialmente più elevati nel lungo periodo. Noi di PIMCO comprendiamo questo dilemma e siamo convinti che la situazione attuale offra un'argomentazione convincente a favore di un'allocazione attiva sul reddito fisso. Stiamo assistendo ai più alti livelli di rendimento nominale e reale da quasi vent’anni, una tendenza che riteniamo non si ripeterà nei prossimi uno o due anni. Con i crescenti rischi di recessione, le obbligazioni offrono inoltre un elevato potenziale di protezione dai ribassi”.

“Quest'anno - ribadisce l’esperto - l'importanza della gestione attiva e della diversificazione non può essere sottolineata abbastanza. Un'allocazione obbligazionaria core consente di accedere a una varietà di fonti di rendimento, come i tassi d'interesse, i tassi di cambio, il credito e le tendenze regionali. Contesti dei tassi, dinamiche di crescita e obiettivi di politica monetaria differenti offrono numerose opportunità ai gestori che adottano un accorto approccio alla gestione attiva”. 

“Riteniamo - conclude Nelli - che il 2024 rappresenti un'opportunità irrinunciabile per gli investitori di passare a un'allocazione attiva nel reddito fisso”.

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