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Risparmio e clienti: perché il Big Tech supera banche e asset manager

1/24/2018

Secondo Oliver Wyman sono cambiate le categorie di bisogni finanziari. Le imprese dei servizi finanziari dovranno cambiare aumentare la capacità di soddisfare i bisogni


Dopo dieci anni di crisi, la ripresa del settore dei servizi finanziari è a rischio di sostenibilità. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Oliver Wyman sullo stato dell’industria dei servizi finanziari 2018, intitolato The Customer Value Gap: Re-calculating Route. Il principale motivo di preoccupazione è legato alla velocità e alle modalità con le quali i Big Tech stanno aumentando, nei settori che oggi presidiano, il valore generato per i propri clienti. Secondo la società di consulenza, le imprese tradizionali di servizi finanziari dovranno radicalmente aumentare la capacità di soddisfare i bisogni dei clienti per non rischiare di perdere, a favore delle Big Tech, una parte sempre più significativa dell’attenzione e della volontà di spesa dei propri clienti.

Nonostante le più grandi imprese di servizi finanziari siano sul mercato, in media, da quasi 150 anni, in trent’anni i dieci leader della tecnologia di consumo hanno raggiunto una capitalizzazione di mercato media superiore di 2,3 volte a quella raggiunta dai leader globali della finanza. "Le società di servizi finanziari devono imparare a riconoscere e misurare l’effettivo valore creato per i clienti" ha affermato Aaron Fine, partner di Oliver Wyman e co-autore del rapporto.

Le istituzioni finanziarie, prosegue l'esperto, si sono finora focalizzate su tre categorie di bisogni finanziari tradizionali (finanziamento, protezione e accumulazione), sebbene nel vissuto dei clienti ve ne siano altri tre altrettanto ed anche più rilevanti: produzione di reddito, spesa e trasferimento. "La nostra indagine - sottolinea Fine - indica che queste categorie sono prioritarie nella lista dei bisogni attualmente più pressanti per la clientela retail. Nel caso degli Stati Uniti, se si potessero aiutare le famiglie a conseguire risparmi nelle proprie spese medie annue del 4%, ciò porterebbe alla creazione di 1.000 dollari di valore annuo. Per ottenere lo stesso impatto dai servizi finanziari, attraverso un aumento dei rendimenti derivanti dai risparmi investiti o una riduzione degli interessi maturati su prestiti, sarebbe necessario aumentare i rendimenti di 33 volte o ridurre i costi finanziari del 15%. In pratica queste sono le aree in cui si scatenerà la competizione per la creazione di nuovo valore nei servizi finanziari".

Dal rapporto si evince che all’avanguardia nel soddisfare questi bisogni finanziari sono le nuove aziende Big Tech. Ad esempio il rapporto calcola che dal 2010 negli USA è stato creato un trilione di dollari in nuovo valore di Borsa nelle aree di finanziamento, risparmio e protezione, in maggioranza prodotto da banche, asset manager e assicurazioni. In parallelo un ulteriore trilione di dollari in nuovo valore è da ricondurre a nuovi servizi focalizzati su spesa, produzione di reddito e trasferimenti, in massima parte riconducibile ad attività condotte da Big Tech.

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