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Eurovita, si va verso un nuovo blocco dei riscatti

3/24/2023 | Redazione Advisor

Per il salvataggio, le grandi compagnie assicurative si sono defilate, restano sul dossier le banche che hanno distribuito i prodotti della compagnia, ossia Fineco Bank, Credem, Fideuram e Sparkasse


La spinosa questione Eurovita è in mano al governo. Sono giorni cruciali per il salvataggio della compagnia assicurativa ma, come scrive Il Sole 24 Ore, il tempo stringe e l'esecutivo è perfettamente consapevole di quanto sia delicata la situazione ma nulla trapela rispetto a quello che sarà l'esito finale dell'istruttoria aperta, su richiesta di Ivass, per mettere in amministrazione straordinaria la compagnia.

Il termine ultimo per procedere con il decreto è il 31 marzo e l'intervento del ministero è una sorta di ultima spiagga per evitare la liquidazione della società. Ipotesi, quest'ultima, che sarebbe una sorta di unicum nel panorama assicurativo e creerebbe un precedente dal forte impatto negativo sul settore. Ecco perché in ambienti finanziari c'è fiducia che il provvedimento dell'organo di governo arrivi in tempo utile per proseguire con il piano di salvataggio della società. Altro tema fondamentale rispetto al futuro di Eurovita è il blocco dei riscatti.

Come è noto Ivass è intervenuta d'imperio appena la società è entrata in crisi per evitare la potenziale emorragia di assicurati e dunque di fondi. Ora con l'ingresso in amministrazione straordinaria il blocco dei riscatti non viene automaticamente prolungato. Serve una nuova presa di posizione dell'Autorità. Ragione per cui, si immagina, l'Authority starebbe valutando di rinnovare lo stop. Alt che, è l'idea che si raccoglie in ambienti finanziari, dovrebbe perdurare fino al raggiungimento di un'intesa per il salvataggio di Eurovita.  

D'altra parte se possibile, considerata la recente ascesa dei tassi, il mare in cui naviga la compagnia è ancor più tempestoso di qualche mese fa. Le minusvalenze sono cresciute e le esigenze di capitale, considerati i 100 milioni già iniettati dall'azionista Cinven, sono aumentate e si collocano tra i 25o e i 30o milioni. Naturale dunque pensare che l'ambizione della vigilanza sia di cristallizzare la situazione fino a quando non sarà stato individuato il percorso di risanamento. A tal proposito l'amministrazione straordinaria può durare al massimo un anno (prolungabile di altri 365 giorni in caso di necessità) ma può essere chiusa in qualsiasi momento. La speranza, quindi, è che si trovi in tempi rapidi la via per ripatrimonializzare la compagnia. Lo sforzo è tuttavia oneroso ed espone a una situazione piuttosto delicata.

Le grandi compagnie assicurative, si legge sempre sul quotidiano di Confindustria, si sono sostanzialmente defilate, restano sul dossier le banche che hanno distribuito i prodotti della compagnia, ossia Fineco Bank, Credem, Fideuram e Sparkasse. Ma anche questa opzione è tutta da realizzare. Loro punterebbero di fatto a intervenire sul pacchetto unit linked mettendo sul piatto complessivamente 200 milioni. Sufficienti? Molto dipenderà da come verrà costruita l'operazione anche perchè, non va dimenticato, la compagnia ha anche sospeso il pagamento della cedola del bond subordinato da 115 milioni con coupon al 6,75% e scadenza al 2030.

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