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Deutsche Bank FA, il nuovo sogno di Mario Greco

7/30/2021 | Marcella Persola

Con l'affaire il manager arriverebbe a concludere il progetto di integrazione tra gestito, polizze e distribuzione, suo cavallo di battaglia anche in AIP


Sembrava tutto già fatto nell'affaire Mediobanca-DB Financial Advisor, invece quello che doveva essere il terzo incomodo, l'assicuratore Zurich sembra essere ora il super favorito ad acquisire la rete di consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede. Una rete composta da 1093 CF, con un patrimonio in gestione di circa 16,269 miliardi (aggiornato al primo trimestre 2021) e una raccolta netta globale da inizio anno di circa 667,17 milioni (fonte dei dati Assoreti). 

Zurich, a quanto riportano rumors di mercato sarebbe quella ad aver presentato, seppure per ultima, l'offerta migliore (ricordiamo che sono ancora in gioco Allianz Bank FA e Credit Agricole), ma il prezzo non sembra essere l'unica variabile in gioco, o meglio quella che conta maggiormente, visto che il peso più importante sarebbe rappresentato dalla cessione del portafoglio mutui di un importo pari a 800 milioni di euro. Chi vuole accollarsi tutto questo portafoglio? Deutsche Bank cederà alle proposte di cederne solo una parte?

 

Sembrano essere queste le questioni cruciali per arrivare a conclusione dell'affare. Altro tema che sembrava avere una certa rilevanza ma che potrebbe oggi essere meno dominante è l'orientamento indicato dai maggiori area manager della rete di Deutsche Bank Financial Advisors, che inizialmente avrebbero "suggerito" una preferenza maggiore per Mediobanca, ma che oggi potrebbero anche discettare in merito all'offerta di Zurich. Come giustificare il cambio di passo?

 

Un nome su tutti quello dell'a.d di Zurich Mario Greco, probabilmente vero deus ex machina dell'operazione. Greco non ha certo bisogno di presentazioni per la platea dei consulenti finanziari avendo guidato per anni la Ras lasciata nel 2005 a seguito del mancato matrimonio tra gli agenti e l'ex Dival (rete Rasbank). Approdò successivamente ad AIP sempre nel 2005 (Assicurazioni Internazionali di Previdenza), primo nucleo di Eurizon, per guidare un progetto di integrazione tra le varie anime del business (gestito, polizze e distribuzione) che avrebbe dovuto essere quotato in Borsa, ma che sfumò a seguito della fusione tra Banca Intesa e San Paolo IMI. 

 

Da allora il manager, un "mckinsey boys"  è tornato alle origini occupandosi di assicurazioni, (era la practice che gestiva nella società di consulenza) guidando prima Generali Italia (dal 2012 al 2016) e successivamente Zurich. E con la compagnia elvetica oggi potrebbe giungere a realizzare quel sogno di integrazione tra polizze, gestito e distribuzione che non è mai riuscito a portare a termine. La determinazione  e la perspicacia per farlo, per chi lo conosce bene, non sembrano mancargli. 

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