Tempo di lettura: 2min

È il brand a fare il consulente?

4/5/2024 | Marcella Persola

Uno studio di Cerulli Associates evidenzia come i benestanti siano più propensi a scegliere consulenti finanziari di brand famosi


E' ancora il brand la forza dei consulenti. E' questo uno degli highlight che emerge dal nuovo studio di Cerulli Associates che evidenzia come uno dei criteri per selezionare un consulente è vedere qual è la società con la quale è impiegato e se tale marchio ha un riconoscimento significativo la scelta assume un peso differente. 

Avere come consulente un rappresentante di un grande marchio è una delle preferenze espresse dagli investitori benestanti che attualmente lavorano con un consulente (39%) e da quelli che non hanno un consulente (32%). In entrambi i gruppi, questa opzione è maggiormente favorita dagli intervistati più ricchi, che tendono anche ad avere un'età più avanzata, il che riflette un maggiore livello di confidenza con i marchi consolidati.

Il 28% invece degli intervistati, invece, dichiara di non avere una forte preferenza per il tipo di società a cui è affiliato il proprio consulente. 

La fatica principale, guardata dal punto di vista del consulente, è quella dei liberi professionisti non affiliati a nessun brand. Per loro, rispetto alle società diventa più difficile acquisire i clienti, e aumentare la quota di mercato. 

"Queste preferenze rappresentano una sfida per i consulenti di investimento registrati (RIA) e i broker/dealer indipendenti (IBD) emergenti, in quanto raramente possiedono alti livelli di notorietà tra i potenziali clienti", afferma Scott Smith, direttore della ricerca di Cerulli.

Altra bocciatura che emerge dalla studio è quella nei confronti della consulenza digitale, da molti considerata quasi la panacea di tutti i mali, di chi non può permettersi la consulenza a parcella, per investitori retail, e per gli impatti che l'AI avrà sul settore dell'advisory. Peccato però che gli investitori la considerano come l'opzione meno preferibile, con l'1% degli intervistati che la consiglia e il 5% tra i non consigliati. "Cerulli ritiene che le piattaforme digitali giocheranno un ruolo cruciale nel futuro della consulenza, ma questi risultati sottolineano l'importanza dei consulenti umani come fulcro del posizionamento competitivo della gestione patrimoniale", conclude Smith. 

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?