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ESG: le sfide per un investimento consapevole e ponderato

11/9/2022 | Redazione Advisor

Come orientare gli investitori verso una scelta consapevole quando si tratta di soluzioni ESG e quali le sfide di un mercato sotto i riflettori? Sono le domande a cui ha cercato di rispondere Generali Investments nella tavola rotonda “Investing in a sustainable future”, che ha visto la partecipazione di Alessandra Franzosi, responsabile Buyside Italy e ESG Investing di Borsa Italiana, Gruppo Euronext, e Santo Borsellino, responsabile Governance e Sostenibilità della business unit Asset & Wealth Management di Generali.


Com è noto l’interesse verso l’ambito ESG è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. Originariamente parte integrante delle scelte di portafoglio dei grandi investitori tradizionali (fondi pensione, assicurazioni), oggi gli investimenti ESG attraggono anche realtà medio-piccole fino ad arrivare, come sottolinea Alessandra Franzosi, al risparmiatore finale.

 

D’altra parte, man mano che le soluzioni ESG prendono piede, la loro disciplina si fa sempre più intricata. Seppure sia assolutamente condivisibile l’obiettivo primario delle regolamentazioni che è quello di proteggere l’investitore, il panorama regolamentario è sempre più fitto di obblighi sulla trasparenza (come ad esempio la SFDR, Sustainable Finance Disclosure Regulation comunitaria, ma anche il recente aggiornamento della MiFID II) che aggiungono maggiore complessità. Secondo Santo Borsellino bisognerebbe arrivare a una definizione comune di investimento sostenibile come punto di partenza e da quello capire come le reti di consulenti finanziari possano supportare i clienti, fare proselitismo e educazione finanziaria sul tema.

 

Franzosi riflette anche sull’altro lato della medaglia, ovvero il meccanismo per cui la normativa che grava sugli emittenti non comunica con quella in capo agli investitori. Il risultato? A causa di questo disallineamento, le aziende non risultano, ancora, tenute a comunicare dati che invece sono richiesti agli investitori.

Secondo i due relatori la coerenza, soprattutto temporale, potrebbe rappresentare una risposta a queste criticità.

 

Ma dove cercare le migliori opportunità? Dal confronto emerge l’attenzione alla transizione green che fa da volano per tutta una serie di settori: private equity, private debt, infrastrutture, immobiliare. Lo spettro tra cui muoversi è ampio. Oltre al ricorso ai criteri di esclusione, oggi la sfida è accompagnare le imprese attive nell’ambito dei trasporti, della transizione energetica o anche della sanità in un percorso verso un’attività più sostenibile, in un processo di vero e proprio engagement.

 

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