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Obiettivo Net Zero 2050, il bicchiere è mezzo pieno

11/29/2022 | Redazione Advisor

COP27 non ha prodotto molti risultati concreti e le emissioni continuano ad aumentare, ma rispetto a cinque anni fa i segnali di accelerazione della transizione nel mercato sono forti. Il commento di Robeco


Il bilancio della COP27 non è certamente positivo: la conferenza sul clima non ha prodotto molti risultati concreti, mentre le emissioni globali continuano ad aumentare e le politiche climatiche sono ancora insufficienti. Cinque anni fa, però, eravamo diretti verso un aumento delle temperature di 4 °C e oggi si assiste a forti segnali di un’accelerazione della transizione nel mercato. Si è registrato dunque un evidente cambio di rotta. Per questo gli esperti di Robeco vedono il bicchiere mezzo pieno nel valutare il percorso verso il raggiungimento del Net Zero entro il 2050, e ritengono che la prova del nove sarà il vertice del prossimo anno a Dubai, quando i paesi partecipanti presenteranno nuovi piani basati sui progressi compiuti finora a livello globale. 

 

“Nel suo ultimo World Energy Outlook - spiega Lucian Peppelenbos, climate strategist di Robeco -  l’IEA ha concluso che il picco dell’utilizzo dei combustibili fossili arriverà prima del 2030, in quanto molti paesi stanno investendo nelle rinnovabili e nella razionalizzazione dei consumi al fine di perseguire la sicurezza energetica. Politiche di questo tipo sono state adottate quest’anno dalle economie responsabili delle maggiori emissioni, tra cui Stati Uniti, UE, India, Australia, Corea del Sud, Giappone e Cina. In particolare, l’US Inflation Reduction Act, con il suo pacchetto di sostegno da 369 miliardi di dollari, darà impulso all’innovazione tecnologica, consentendo alle aziende statunitensi di competere meglio con i fornitori cinesi di tecnologie rinnovabili. Tutti questi provvedimenti, sommandosi, permetteranno di arrivare presto a un punto di svolta, in cui la transizione verso il Net Zero guadagna uno slancio tale da proseguire a ritmo sempre più veloce. Mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 °C sarebbe un risultato epocale, ma l’innovazione e le forze di mercato tendono ad essere esponenziali, non lineari; quindi, chissà che questo non possa davvero accadere”.

 

Cosa comporta tutto questo per gli investitori come Robeco? “Stiamo mantenendo la rotta verso il Net Zero entro il 2050 e continuiamo a investire nella transizione” chiarisce Peppelenbos. “La decarbonizzazione del nostro portafoglio è attualmente arrivata a -43% rispetto al livello di riferimento di fine 2019. Avendo iniziato l’anno a -35%, durante il 2022 abbiamo continuato a decarbonizzare i nostri investimenti, nonostante la ri-carbonizzazione del mercato provocata dall’aumento del peso del settore energetico nel benchmark”. 

 

“È altrettanto importante - aggiunge - esaminare le aziende stesse e il loro approccio alla gestione della propria transizione. Questo aspetto è misurato dal nostro “semaforo” climatico, che valuta il grado di allineamento dei primi 250 emittenti del nostro universo d’investimento con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Nella nostra analisi di quest’anno abbiamo riscontrato strategie di transizione robuste per il 27% delle aziende, mentre il 21% ci sta chiaramente lavorando e il 52% non fa ancora abbastanza”.

 

“La buona notizia” conclude lo strategist “è che, nonostante l’aumento delle emissioni globali, l’antagonismo politico e l’ennesima conferenza deludente sul clima, vediamo forti segnali di un’evidente accelerazione della transizione nel mercato”. 

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