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Green Asset Ratio, trasparenza e limiti per la banche dell’UE

4/12/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo l’analisi di S&P, il GAR “può incoraggiare la crescita dei finanziamenti bancari sostenibili e potrebbe migliorare la posizione degli istituti presso alcuni stakeholder, ma fornisce solo una visione limitata degli sforzi delle banche per finanziare la transizione”


“A partire da quest’anno, le banche dell'UE devono includere il proprio Green Asset Ratio (GAR), che indica la quota di asset allineati alla tassonomia europea rispetto a determinati asset finanziari in bilancio, nell’informativa sul terzo Pillar”. L'obiettivo principale del GAR, si legge nell’analisi a cura di S&P Global Ratings (“S&P”) sui benefici e sui limiti del GAR per le banche dell’Unione Europea, “è quello di migliorare la comprensione del contributo delle banche agli obiettivi ambientali e climatici dell'UE. A causa dei limiti metodologici e della complessità del GAR, è però difficile ottenere una visione chiara senza informazioni qualitative".

Nel report i legge che “sebbene il GAR aumenti la trasparenza, la sua impostazione comporta dei limiti. Esso può incoraggiare la crescita dei finanziamenti bancari sostenibili e potrebbe migliorare la posizione delle banche presso alcuni stakeholder, ma fornisce solo una visione limitata degli sforzi delle banche per finanziare la transizione e di come questi si confrontano con quelli di altri peer. Il denominatore del GAR include le società non finanziarie con sede al di fuori dell'UE e quelle con sede nell'UE ma non soggette alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive), mentre il numeratore non le include. Ciò significa che il massimo GAR che una banca può raggiungere dipende dalle esposizioni soggette alla NFRD. Ad esempio, le banche con esposizioni elevate verso le piccole e medie imprese (PMI) produrranno probabilmente un GAR più basso perché la NFRD si applica solo alle imprese con più di 500 dipendenti e almeno 20 milioni di euro di attività o 40 milioni di euro di ricavi. Pertanto, i finanziamenti a controparti non soggette alla NFRD sono esclusi dal numeratore del GAR, anche se supportano progetti a basse emissioni di carbonio. La divulgazione al pubblico consente anche di calcolare la quota di asset allineati alla tassonomia UE sul totale delle attività soggette alla NFRD”.

 “Il GAR medio delle banche europee di rilevanza sistemica globale (GSIB) è basso, pari al 2,8% al 31 dicembre 2023. Finora, quest'anno, solo le GSIB dell'UE e alcune altre banche dell'UE hanno pubblicato i report sul tema Pillar III. S&P prevede che il GAR medio aumenterà nel tempo, essendo probabile che la portata della tassonomia UE aumenti”.

“Le iniziative legislative e regolamentari - continua lo studio - possono migliorare i GAR delle banche nel medio periodo. In base alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che sostituisce la NFRD, tutte le società che rientrano nell'ambito di applicazione devono redigere i propri bilanci secondo gli European Sustainability Reporting Standards, sulla base di un duplice quadro di materialità definito nella normativa. La CSRD si applicherà a una gamma più ampia di aziende rispetto alla NFRD. Secondo le stime della Commissione europea, le società che rientreranno nel campo di applicazione della CSRD saranno circa 50.000, contro le circa 11.600 attuali. Le PMI quotate in borsa non soggette alla NFRD dovranno soddisfare i requisiti di informativa della CSRD, ma solo a partire dal 2026”.

Il Banking Book Taxonomy Alignment Ratio (BTAR) “supererà alcuni dei limiti del GAR, poiché il suo numeratore includerà sia le esposizioni UE che quelle non UE non soggette a NFRD. Tuttavia, il BTAR è volontario e si applica solo a partire da giugno 2024. Anche i requisiti proposti dal Comitato di Basilea per la divulgazione dei rischi finanziari legati al clima potrebbero integrare il GAR. Questi includono la divulgazione da parte delle banche di previsioni e dati su come i rischi climatici potrebbero influenzare la qualità del credito e la liquidità, oltre all'esposizione a settori vulnerabili ai rischi di transizione, ai rischi fisici e alle emissioni finanziate (già divulgati nei report Pillar III  dell'UE). La bozza finale è prevista per la fine del 2024”.

“Le ‘Linee guida sulla gestione dei rischi ESG’ proposte dall'EBA - conclude il report di S&P - includono requisiti per i processi, per la gestione del rischio ESG e per la disclosure dei piani di mitigazione del rischio. La proposta include nuovi indicatori, come le metriche di allineamento del portafoglio che mostrano in che misura le esposizioni settoriali sono in linea con il raggiungimento degli obiettivi climatici, legali e normativi applicabili, e la quota di reddito proveniente da settori considerati altamente contribuenti al cambiamento climatico. Se adottate, queste informazioni contribuiranno a migliorare la disclosure dell'esposizione delle banche al clima e dei piani di mitigazione del rischio”.

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