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Elezioni Europee, per la presidenza spunta Barnier

2/22/2014

In Europa si gioca una partita che inciderà non poco sul futuro dell'economia, del risparmio gestito e del mondo della consulenza finanziaria italiana: e tra i candidati spunta il nome di un volto noto ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).


Mentre in Italia osserviamo alla nascita del Governo Renzi e, in queste ore, scopriamo (o riscopriamo) le storie dei 16 ministri scelti dall'ex-sindaco di Firenze, in Europa si gioca una partita che inciderà non poco sul futuro dell'economia, del risparmio gestito e del mondo della consulenza finanziaria italiana: quella delle elezioni che porterà ad un nuovo presidente della Commissione Europea.

 

Un ruolo importante, ora ricoperto da José Manuel Barroso, ma che sembra interessare molto ad un altro membro del PPE: Michel Barnier che a inizio settimana ha ufficialmente confermato al suo partito l'intenzione di candidarsi e di chiedere il prossimo 7 marzo, agli 800 delegati popolari riuniti a Dublino, di sostenerlo come sostituto di Barroso.

 

 

Chi segue le vicende del risparmio gestito e della consulenza finanziaria conosce molto bene Barnier: politico francese e responsabile europeo per i mercati finanziari, Barnier è noto per i suoi interventi in tema Mifid e consulenza finanziaria (è famoso lo scontro epistolare di fine 2012 tra Barnier e Derudder - presidente Fecif - che vedeva il politico francese del PPE attaccare con forza gli inducement e tutte le forme di incentivo che macchiano il mondo della consulenza finanziaria - clicca qui).

 

Cosa significherebbe dunque avere un Commissione Europea guidata da Michel Barnier? Qui si potrebbero aprire numerosi scenari ma quello più reale lo ha dipinto lo stesso Barnier che, pochi giorni dopo la sua candidatura ufficiale, ha partecipato alla 12° Annual European Financial Services Conference a Bruxelles. In quell'occasione, il 20 febbraio, Barnier in un lungo discorso ha detto chiaramente, tra le altre cose, quali sono le tre regole fondamentali per stabilizzare il settore finanziario.

 

Per prima cosa è importante assicurarsi che le regole imposte a livello europeo siano rese efficaci su tutti gli attori, senza distinzioni. Quindi anche sulle realtà "too big to fail". In secondo luogo Barnier invita l'Europa a non abbassare la guardia: "dobbiamo essere attenti e reattivi ai nuovi rischi che ancora non sono regolamentati dall'Europa". Infine, "dobbiamo garantire che le nazioni nostre partner applichino regole analoghe alle nostre" per evitare la caccia da parte degli attori del mercato finanziario a "giurisdizioni meno regolamentate" di quella europea. Un programma chiaro che segue principi quali la trasparenza e l'anti-speculazione (il testo integrale di Barnier è disponibile su Advisorprofessional).

 

Come tutto questo, in caso di vittoria di Barnier, si tradurrà in termini di normative è difficile dirlo ma, guardando all'Europa, una cosa sorprende: la Francia candida  alla presidenza della Commissione Europea Barnier, per il PPE, Marine Le Pen, per l'estrema destra, e José Bové, per i Verdi; la Germania candida Jean-Claude Junker, sempre per il PPE, Martin Schulz, per il PSE, e Ska Keller, per i Verdi; la Grecia mette in campo Alexis Tsipras, per la sinistra radicale; il Belgio Guy Verhofstadt, per i Liberali; l'Italia cosa fa? Ancora una volta ignora politicamente un luogo fondamentale per il futuro dell'economia e del risparmio gestito: Bruxelles.

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