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Voluntary, tempi stretti. Fiduciarie protagoniste

12/23/2014 | pieremilio.gadda

Aderiranno il 20/30 % dei contribuenti infedeli. Molti sceglieranno di regolarizzare mantenendo i capitali all'estero


Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 dicembre, la voluntary disclosure è a tutti gli effetti Legge dello Stato. L'Agenzia delle Entrate ha un mese di tempo per emanare il provvedimento attuativo, destinato a sciogliere alcuni nodi. Entro gennaio, poi, il Ministero dell'Economia e delle Finanze dovrebbe emanare un documento finalizzato a delineare i termini di applicazione degli adempimenti in tema di anti-riciclaggio con specifico riferimento alle segnalazioni per operazioni sospette nell'ambito della procedura di auto-denuncia.

 

É di 60 giorni invece (a decorrere dal 17 dicembre), il termine per l'accordo bilaterale con la Svizzera e gli altri Paesi “black list”, senza il quale la voluntary disclosure rischia di trasformarsi in un buco nell'acqua. “I contribuenti che detengono irregolarmente i propri capitali all'estero sono circa 100.000, per un patrimonio stimato tra i 100 e i 200 miliardi di euro da Bankitalia. Secondo le stime, potrebbe aderire il 20/30%”, calcola Fabrizio Vedana, vicedirettore di Unione Fiduciaria (nella foto). Il 70/80% di coloro che potrebbero decidere di mettersi in regola è rappresentato da patrimoni inferiori ai 2 milioni di euro, per i quali si apre la strada della procedura semplificata (calcolo delle imposte a forfait). Quanti contribuenti decideranno di rimpatriare i capitali, anziché regolarizzarli mantenendoli all'estero? Difficile fare una stima. “Al momento, le banche italiane sono molto caute. Probabilmente non sono attrezzate per accompagnare i clienti che decidono di fare definitivamente la pace con il fisco. Gli intermediari esteri, invece, sono molto più attivi. E potrebbero quindi incoraggiare i propri clienti a mantenere i capitali all'estero”, osserva Vedana.

 

L'esperienza dei precedenti scudi insegna che i servizi fiduciari potrebbero giocare un ruolo da protagonisti in questo scenario: l’intervento della società fiduciaria consente infatti di semplificare la gestione degli adempimenti fiscali previsti dalla legge italiana ed evitare al cliente la compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi (la fiduciaria farà da sostituto d’imposta).

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