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10/1/2014 | Massimo Morici
Il matrimonio tra Fideuram e Intesa Sanpaolo Private Banking non si farà più. L'unione tra le due reti (Banca Fideuram e Sanpaolo Invest) guidate da Matteo Colafrancesco e la divisione di private banking di Intesa coordinata da Paolo Molesini avrebbe portato alla creazione di un maxi polo con 164 miliardi di masse in gestione a fine 2013 e un esercito di 5.700 private banker. Il progetto, compreso nel nuovo piano industriale annunciato la scorsa primavera, è stato portato avanti negli scorsi mesi da un gruppo di lavoro costituito a maggio e affidato a Colafrancesco nel ruolo di capoprogetto.
Ma, stando a quanto riporta stamane il Sole 24 ore, i vertici di Intesa Sanpaolo (istituto che controlla Fideuram) avrebbero accantonato l'idea della fusione per fare spazio all'ipotesi di crescita per via esterna tramite operazioni di M&A in Italia e in Europa. Molto, però, dipenderà dal risultato degli stress test, che permetteranno a Ca' de Sass di capire quanto capitale in eccesso ha a diposizione per acquisizioni sul mercato che consentiranno di allargare la rete distributiva con cui collocare i prodotti assicurativi di Intesa Vita e di Eurizon.
E anche in quest'ultimo caso il top management, che nel piano industriale aveva previsto la fusione tra Eurizon con Fideuram Asset Management Ireland, ora sarebbe orientato a cercare un partner internazionale, sulla scia di quanto fatto dal gruppo UniCredit con Pioneer, per costruire una piattaforma del risparmio gestito in cui affiancare ai prodotti di casa quelli di altri operatori internazionali. Stando alle indiscrezioni, Ca' de Sass sarebbe alla ricerca di un partner per avviare una joint venture o una vera e propria integrazione in cui Intesa conserverebbe il controllo, sul modello della newco che scaturirà dalla fusione di Pioneer con Santander AM.
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