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Fondi comuni: perché il QE spingerà le strategie alternative

3/12/2015

I risultati di una survey di BNY Mellon IM sulla popolarità dei fondi multi - asset tra i pf italiani


L’annuncio del programma di QE, che manterrà i tassi bassi per un lungo periodo di tempo con un prevedibile effetto positivo sui mercati azionari, se l’iniezione di liquidità si dimostrerà efficace, potrebbe contriubuire a spingere gli investitori verso strategie alternative in cerca di rendimenti migliori, anche se la maggior parte dei risparmiatori italiani non ha ancora chiaro il concetto di quantitative easing. E’ quanto è emerso in un recente sondaggio condotto su 140 consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)a dalla filiale italiane che hanno partecipato a una recente conferenza organizzata da BNY Mellon IM, guidata in Italia dal managing director Marco Palacino (nella foto), sul fondo flessibile e multi - asset BNY Mellon Global Real Return.

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In dettaglio, secondo il 42,6% dei partecipanti un buon fondo flessibile deve limitare la correlazione all’andamento dei mercati, per il 32,8% investire a livello globale su più classi di attivo e solo per il 24,6% ottenere rendimenti più elevati rispetto a una strategia tradizionale. Che l’interesse per questi prodotti sia aumentato nell’ultimo anno, lo dimostra la percentuale dei partecipanti che intende dedicare una parte del portafoglio superiore al 10%: il 79,5%. Secondo la maggior parte dei pf intervistati, i fondi flessibili sono adatti a tutti gli investitori, compatibilmente con il loro livello di rischio (79,7%).

Quanto ai prossimi mesi, il 73,5% è ottimista e crede che il 2015 porterà nuovi clienti, mentre per il 19,1% il mercato resterà stabile e solo per il 7,4% ci sarà una contrazione. Parlando dei fondi quotati, per il 41,7% dei pf che hanno partecipato al sondaggio non cambierà molto il mercato italiano, mentre per il 34,7% rappresenta un problema per le reti e gli intermediari e per il 23,6% sarà un modalità per avvicinare più risparmiatori al mondo dei fondi.

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