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PIR alternativi e Eltif: si procede nella giusta direzione

3/30/2020 | Redazione Advisor

De Bellis (Equita): “Un modo per far affluire capitali a categorie di aziende il cui accesso al mercato è più difficile in una fase di forte pressione creata dall'emergenza Covid-19”


“Assogestioni propone di lanciare sul mercato dei PIR alternativi. Il progetto è quello di creare dei prodotti alternativi di tipo chiuso che si affianchino agli attuali PIR, ma con soglie di investimento più elevate e differenti vincoli di investimento, e con gli stessi incentivi fiscali dei PIR aperti (esenzione fiscale per le somme investite)”. Per Luigi De Bellis, co-responsabile ufficio studi di Equita “la proposta sarebbe una misura immediatamente operativa in quanto, come i PIR ordinari, non rientra nella disciplina degli aiuti di Stato e non necessita dell`approvazione della CE”.  

“Il PIR alternativo – rileva l’esperto - è specializzato in PMI ma, a differenza del PIR ordinario, si rivolge ad un target di clientela con elevate disponibilità finanziarie che deve essere in grado di sostenere un margine di rischio alto e di rispettare i tempi lunghi propri di un investimento illiquido. L`idea è di proporre un PIR alternativo di tipo chiuso con una soglia d`investimento di almeno € 150k annui fino ad un max di 1.5mn in 5 anni o anche oltre (rispetto ai €30k annui e €150k in 5 anni per i PIR ordinari). Il contenitore del PIR alternativo può assumere qualunque forma, ma considerato l'oggetto di investimento tipicamente illiquido, meglio si prestano ad essere utilizzati tramite l`utilizzo di veicoli di investimento come gli ELTIF, fondi di PE, fondi di PD”. 

Per quanto riguarda i vincoli d`investimento, “Assogestioni propone che i benefici fiscali previsti dalla normativa PIR siano estesi anche ai PIR alternativi che investano almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari emessi da imprese con stabile organizzazione in Italia, diverse da quelle inserite negli indici FTSEMIB e FTSEMID. Per quanto riguarda i limiti alla concentrazione degli investimenti in un`unica impresa, l`associazione propone di portarlo al 20% dall`attuale 10% per i PIR ordinari. Secondo alcune indiscrezioni di stampa potrebbe confluire nel decreto Cura Italia bis la detassazione per gli ELTIF. Condizione per la detassazione l`investimento esclusivo in PMI italiane non quotate o con una market cap max di 500mn e dotate di un patrimonio non superiore ai 200mn.

“A nostro avviso – conclude De Bellis - le proposte vanno nella direzione di sostenere l`economia reale e far affluire capitali a categorie di aziende il cui accesso al mercato è più difficile, in una fase di forte pressione creata dall`emergenza Covid-19, che impatta maggiormente le PMI rispetto alle grandi aziende. Le proposte sono inoltre complementari rispetto ai PIR ordinari, quindi vanno nella giusta direzione. A nostro avviso gli ELTIF sono lo strumento ideale per promuovere l’investimento in piccole e medie imprese per una serie di ragioni: sono fondi chiusi potenzialmente collocabili anche agli investitori retail; la natura di fondi chiusi garantisce agli ELTIF il tempo necessario per investire e liquidare gli investimenti su un periodo di diversi anni; lascia flessibilità al gestore di lanciare un fondo focalizzato sull’equity, sul debito o altre asset class”.

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