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Anasf, Conte ad Advisor: “Candidatura di Deroma irrituale”

1/15/2024 | Daniele Riosa

“Fa un po’ sorridere il fatto che si parli tanto di attenzione e di rispetto istituzionale nei confronti dell’associazione e arrivi questa candidatura in maniera un po’ irrituale”. Luigi Conte presidente di Anasf, con un’intervista ad AdvisorOnline, parla della candidatura di Marco Deroma alla guida dell’associazione e del conseguente endorsement di Alfonsino Mei


“Fa un po’sorridere il fatto che si parli tanto di attenzione e di rispetto istituzionale nei confronti dell’associazione e arrivi questa candidatura in maniera un po’ irrituale”. Luigi Conte presidente di Anasf, con un’intervista ad AdvisorOnline, parla della candidatura di Marco Deroma alla guida dell’associazione, e del conseguente endorsement di Alfonsino Mei (LEGGI L'INTERVISTA AD ALFONSINO MEI). Infine, lancia una sorta di appello: “Spero e confido nel fatto che il senso di responsabilità dei dirigenti di Anasf sia tale da mettere in secondo piano qualsivoglia tentazione ideologica o simile a fronte del fatto che invece le energie andranno impiegate, ancora per un po’ di tempo, per raggiungere gli obiettivi che, nell’XI Congresso Nazionale, l'associazione si è posta”.

Che cosa pensa della candidatura di Deroma alla guida di Anasf?
“Da un punto di vista della dialettica democratica, non c’è nulla da obiettare sul fatto che chiunque possa darsi disponibile. Fa un po’sorridere il fatto che si parli tanto di attenzione e di rispetto istituzionale nei confronti dell’associazione e che poi arrivi questa candidatura in maniera irrituale”.

Si spieghi meglio…
“Una persona si candida quando tempi e modalità di competizione elettorale sono chiari. In Anasf non è stato indetto alcun congresso ordinario, compito in capo al Consiglio Nazionale. Fin quando il presidente del Consiglio Nazionale non deciderà di portare il tema all'ordine del giorno e fin quando il Consiglio Nazionale non ne discuterà e delibererà, è prematuro parlare di candidature. E’ chiaro che è legittimo fare una critica politica sull'andamento della legislatura, ma abbiamo molte attività da svolgere da qui a fine legislatura ed è fondamentale in questo momento destinarvi tutte le energie”.

Che cosa pensa dell’appoggio di Afonsino Mei a Deroma?
“E’ una scelta del consigliere Mei, che stratifica questa irritualità. Non vedo nulla di significativo: è un endorsement che non mi sarei aspettato provenire da un dirigente apicale, che, a maggior ragione per il suo ruolo, è chiamato a senso di responsabilità”.

Lei si ricandiderà?
“Non penso che debba essere io a ricandidarmi. Sarebbe un atteggiamento presuntuoso. Eventualmente, se la robusta maggioranza che sostiene il governo di Anasf ritenesse utile la prosecuzione del mio mandato sarà essa stessa a chiedermi di ricandidarmi e allora accetterò volentieri. Ma ripeto, è prematuro”.

Si dice che a dividere lei e il presidente di Enasarco, sia il suo progetto di portare Anasf in Confesercenti. E cosi?
“Anasf è un’associazione che ha quasi mezzo secolo di vita e nasce con finalità e obiettivi puntuali. Ha una dimensione ben definita sia a livello statutario che in termini di storia e si rafforza a livello istituzionale anche attraverso attività puntuali. Voglio immaginare che quella dichiarazione sia una cattiva interpretazione di quello che è stato invece una intesa con una realtà molto apprezzata come quella di Confesercenti. Tanto apprezzata che ha permesso all’associazione di esprimere Alfonsino Mei quale presidente della Fondazione in quota Anasf. Successivamente abbiamo anche creato un ponte di iniziative comuni con Confesercenti”.

Ovvero?
“Ricordiamo che Anasf, che rappresenta i consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede, è portatrice sana di una serie di progetti, tra cui quelli di educazione finanziaria dei cittadini, dove la base sociale di Confesercenti è un eccellente terreno di applicazione delle competenze degli associati Anasf. Ogni ente mantiene la propria indipendenza statutaria e la sua ragion d’essere. Le eventuali cointeressenze tra le organizzazioni, fanno parte di quelle che io ritengo, anche a livello istituzionale, iniziative utilissime innanzitutto per i cittadini e per le comunità”.

Secondo i rumors degli ultimi giorni, si dice che lei avrebbe anche inviato, senza il consenso di Mei, una lettera ai vertici di Anasf nella quale si informava della revoca della delega a Mei. Che cosa c’è di vero?
“Nulla, smentisco categoricamente questa ricostruzione. È un atto mai compiuto. L’Associazione non ha mai messo in discussione la presidenza Mei di Enasarco, che anzi sosteniamo fin quando lui sarà un dirigente di Anasf. Quella a cui si è fatto riferimento era una delega protempore, che riguarda la rappresentanza politica di Anasf in Enasarco -che statutariamente è assegnata al presidente dell’associazione e di conseguenza al responsabile dell’area nominato dal presidente dell’associazione, in questo caso il dottor Castelli. All’epoca decidemmo di conferire per ragioni organizzative questa delega di rappresentanza politica anche a Mei. Successivamente il Consiglio Nazionale ha ritenuto non ci fosse più necessità che lui avesse questa delega riportandola nell’alveo statutario, deliberando a maggioranza assoluta. Quindi per concludere, a chi avrei dovuto comunicarlo? Ai dirigenti stessi che l'hanno votata? Si tratta di notizie prive di fondamento e inesatte. Ma vorrei aggiungere una cosa…”

Dica pure…
“In questa fase, credo sia essenziale che prevalga il senso di responsabilità di tutti i dirigenti dell'Anasf. Penso che, in questo periodo, sia fondamentale innanzitutto dedicarsi, per le varie competenze e i vari ruoli, ad espletare correttamente quegli incarichi protempore che l'associazione o per nomina o per elezione ha voluto, dopo segnalazione della stessa, dare ai dirigenti apicali. Quindi confido nel senso di responsabilità di tutti visto che i fronti aperti sono molteplici e l'associazione su questi deve misurare il proprio valore e la propria capacità di ottenere risultati. Qualsiasi distrazione o deriva, specialmente proveniente dai dirigenti con funzioni apicali, potrebbe andare solo a detrimento dell'attività associativa. Quindi per questo, ma indipendentemente da ogni altra cosa, spero e confido nel fatto che il senso di responsabilità dei dirigenti sia tale da mettere in secondo piano qualsivoglia tentazione ideologica o simile a fronte del fatto che invece le energie andranno impiegate, ancora per un po’ di tempo, per raggiungere gli obiettivi che, nell’XI Congresso Nazionale, l'associazione si è posta”.

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