Avevamo salutato l’arrivo del 2014 con 7 domande (ADVISOR n. 12 anno IX). Quattro hanno ottenuto una risposta (magari parziale, ma pur sempre una risposta). Tre, invece, sono cadute nel vuoto.

I dubbi sulla consulenza in formato “Mifid Review” (“sarà in versione RDR oppure no?” ci chiedavamo) sono stati sciolti e hanno allontanato, per ora, i timori tra le reti per la nascita di un mercato stile UK.

I dubbi sugli effetti dell’esodo dei bancari sulla crescita delle reti (“questi professionisti riusciranno a convertirsi?” era questa la domanda) sono stati cancellati dai numeri. Non solo le reti in sei mesi hanno registrato grandi record ma hanno anche reclutato in maniera accurata professionisti di alto livello dal mondo bancario evitando di dare vita ad un esodo indiscriminato. Una strategia che, al momento, sembra soddisfare i manager dell’industria.

Anche i dubbi sulla nascita delle reti bancarie, che fino alla fine del 2013 erano rimaste nascoste nell’ombra, sono in parte svaniti (“Quale modello di business sceglieranno le banche?” era il tema caldo di inizio 2014). E sono svaniti soprattutto grazie all’annuncio del progetto Life Banker di BNL che ha chiarito la propria idea di business all’inizio dell’estate. 

Infine, sono momentaneamente svaniti i timori sul KIID formato “ECON” che ha tanto spaventato Fecif ma che per ora non sembra un progetto concreto (“Il nuovo KIID ucciderà la consulenza?”, ci chiedevamo).

Accanto a questi quattro temi che hanno visto nel corso dei mesi delle evoluzioni, ce ne sono però tre che sono rimasti (o tornati) al punto di partenza. E tutti si sono fermati nei palazzi della politica italiana. 

 

Due sono strettamente legati tra loro e riguardano il mondo della promozione finanziaria che ha salutato l’arrivo del 2014 con una doppia speranza: veder nascere l’Albo Unico della Consulenza Finanziaria e assistere al passaggio dei poteri di vigilanza dalla Consob all’Organismo per la Tenuta dell’Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) (APF). Entrambe le domande (nascerà l’Albo? Ci sarà la vigilanza?) sono rimaste senza risposta. O meglio, proprio quando stavano per ottenere una risposta positiva qualcosa è andato storto (o qualcuno ha posto il suo veto?) e tutto è saltato. L’emendamento, che introduceva vigilanza e albo unico, inserito nel D.l. Competitività è stato ritirato dallo stesso relatore nei primi giorni di agosto, e sostituito con un altro testo che ripristina la proroga per i pochi consulenti indipendenti che dal 2007 possono esercitare la professione grazie a questi continui rinvii. Una proroga che per il 2014 era stata ridotta di sei mesi dal Governo e dal MEF con la promessa della nascita dell’Albo e che, invece, è stata ristabilita con una scadenza ancora più lunga: il 31 dicembre 2015.

 

Ma se queste due domande, seppure rimaste senza risposta, sono perlomeno state considerate prima di essere ignorate (o forse sarebbe più corretto dire bocciate), la terza questione irrisolta è stata completamente dimenticata. “Sarà l’anno buono per la nascita dei Piani Individuali di Risparmio (PIR)?” Questa domanda aspetta una risposta dal 2011. Una domanda che è passata inosservata anche nella costruzione di un decreto come lo Sblocca Italia che ha come obiettivo quello di rilanciare la crescita del paese. Ma siamo sicuri che ci possa essere una crescita duratura senza il risparmio degli italiani? Non sappiamo se i PIR sono la risposta, ma sono comunque una risposta.