In Brasile, dopo la destituzione di Dilma Rousseff decisa dal Senato con larga maggioranza, si è ufficialmente aperta l'era Temer che assume la Presidenza. Michel Temer, già presidente ad interim dal 12 maggio 2016 a seguito dell'apertura del procedimento di impeachment nei confronti di Rousseff, dovrà affrontare il periodo di recessione più lungo conosciuto dal Brasile dagli anni 30 ad oggi.

 

Craig Botham (nella foto), emerging markets economist di Schroders, valuta come ampiamente scontati dai mercati gli avvenimenti politici dell'ultima settimana e non prevede dunque grossi movimenti nel breve periodo, se non qualche presa di profitto. "Le prospettive per gli asset del Brasile da qui in avanti - sottolinea Botham - dipendono ora dai fondamentali economici e dalla capacità del governo di Temer di intraprendere le riforme di cui il Paese ha fortemente bisogno." Segnali positivi arrivano dal settore privato in cui si nota un'inversione di tendenza nei consumi delle famiglie e nella fiducia delle imprese.

 

I rischi alla ripresa sono tutti politici. "Il Presidente Temer e il suo governo - fa notare l'emerging markets economist di Schroders - sono stati legati allo scandalo sulla corruzione che ha colpito Petrobras e che ha intaccato anche Eletrobras. C’è la possibilità che ciò pregiudichi il governo di Temer così come ha compromesso quello di Rousseff, indebolendone la capacità di implementare le riforme." Gli investitori dovranno dunque tenere l'attenzione sull'agenda politica brasiliana da cui dipende la capacità riformistica del governo Temer.