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9/6/2013 | Massimo Morici
Che ci sia bisogno di un supporto esterno per risollevare il bilancio di Banca Marche ormai è argomento fuori discussione. Lo ha ribadito Bankitalia, che ha posto l'istituto marchigiano in gestione provvisoria per due mesi, dopo la chiusura del primo semestre con un rosso di 232 milioni (che segue la perdita di 526 milioni di fine 2012). E ne è convinto ora anche il presidente della regione Gian Mario Spacca, intervistato dai quotidiani locali in merito nei giorni scorsi.
Ma la cordata di 30 imprenditori pronti a scendere in campo per garantire l'autonomia dell'istituto non molla. Tra questi due big: il patron di Tod's, Diego della Valle, e Francesco Merloni, che sono disponibili a "dare una mano", come scrive Milanofinanza.it, che riporta alcune dichiarazioni fatte a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio dallo stesso Merloni. Tuttavia, a pochi mesi dalla fine dell'anno appare difficile il successo del programma di rafforzamento del capitale (400 milioni, di cui 300 milioni entro la fine del secondo semestre 2013 e 100 milioni in due anni) senza l'ingresso di un operatore bancario esterno.
E di ciò sembra esserne convinta anche Moody's che ha di nuovo tagliato il rating di Banca Marche sul lungo termine, già da tempo classificato junk (spazzatura), da B3 a Caa1, un giudizio messo sotto osservazione per ulteriori tagli (altri quattro gradini e scatta il default), e la valutazione di base del credito standalone da caa3 a ca, portandolo a un solo gradino dal livello default.
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