Tempo di lettura: 3min
5/25/2016
Valorizzare la professione e il modello di consulenza finanziaria del mercato italiano. Sarà questa la parola d'ordine di Anasf nei prossimi mesi. Un impegno che coinvolgerà l'associazione guidata da Maurizio Bufi su più fronti e tutti destinati a ridisegnare il panorama dell'industria.
La prima grande sfida riguarda ancora Enasarco: dopo aver vinto le elezioni con la coalizione "Insieme per Enasarco", Anasf ha portato nell'assemblea dei delegati due rappresentanti, Alberto Forti e Antonio Fricano. Ma ora l'obiettivo è quello di poter avere un rappresentante dell'associazione nel prossimo CdA dell'ente. Un risultato che dovrà essere raggiunto entro il prossimo 8 giugno, come spiegato da Maurizio Bufi (nella foto) nel corso di un incontro con la stampa durante il quale ha confermato di aver "raggiunto un accordo con i nostri alleati della coalizione per avere un membro nel CdA". E, a riguardo, Anasf ha presentato una terna di nomi. Di una cosa, però, Bufi sembra convinto: l'elezione alla presidenza dell'ente di Gianroberto Costa che ha guidato la coalizione Insieme per Enasarco che "nel cda disporrà di 10 voti su 15". Insomma numeri che sembrano aprire le porte ad un'altra vittoria di Anasf.
Ma se la sfida Enasarco è vicina ad una nuova svolta, più lunghi e articolati sembrano i fronti aperti a livello di normativa nazionale ed europea. Da un lato le Linee guida sulla valutazione di conoscenze e competenze per gli operatori che forniscono consulenza in materia di investimenti firmate da Esma e diffuse a dicembre del 2015; dall'altro la consultazione del MEF ancora in corso e relativa alle modifiche del TUF per recepire la direttiva MiFID e il futuro arrivo della MiFID II. Entrambi i fronti rischiano di creare, a detta di Maurizio Bufi, nuovi cavilli burocratici e minare dei punti fermi del modello italiano di consulenza finanziaria.
In particolare, sul fronte delle linee guida Esma, Bufi non nasconde la soddisfazione sul tema della "salvaguardia". “Siamo riusciti a raggiungere un importante traguardo, ovvero l’eliminazione della clausola di salvaguardia che era stata inizialmente proposta da Esma e che richiedeva un’esperienza di minimo 5 anni continuativi in caso di mancanza di qualificazione" ha affermato il presidente nel corso della conferenza. "Una condizione che avrebbe compromesso l’attività di una parte dei consulenti finanziari”. Ma permangono ancora nuovi dubbi che il presidente Anasf spera vengano sciolti una volta che saranno stati resi noti gli orientamenti di Consob sulle linee guida Esma.
Tra i vari dubbi intorno al processo di avvicinamento alla Mifid 2 (slittata al 3 gennaio 2018) domina la scena quello relativo all'interpretazione della facoltà di prestare il servizio di consulenza su base indipendente o non su base indipendente. Secondo diverse letture dei documenti che ancora oggi circolano a livello europeo si parla di un obbligo per gli intermediari di costituire al proprio interno due reti: una dedicata al collocamento (quella non indipendente) e una dedicata alla consulenza indipendente. "Se davvero si andasse verso un obbligo di avere reti sperate assisteremmo ad un appesantimento della burocrazia" spiega Bufi che annuncia un forte impegno da parte di Anasf, sia a livello europeo, sia nazionale, per evitare che si avvii un processo che potrebbe minare seriamente un modello "come quello italiano che deve essere valorizzato". Una valorizzazione che può avvenire anche "attraverso l'apertura alle persone giuridiche" chiosa Bufi, che riporta il tema sul tavolo evidenziando un'apertura da parte del MEF. "Il documento di consultazione per le modifiche del TUF" continua Bufi, "mostra al proprio interno passaggi che lasciano presagire un'apertura verso le persone giuridiche che, a nostro avviso, ribadisco, dovrebbero trovare una loro forma anche in Italia. Così come indicato dalla stessa Mifid".
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie