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Riboldi (Banor): “Clienti al riparo dalla Scozia. Ma se Yellen alza i tassi...”

9/17/2014 | pieremilio.gadda

Il giro di boa della Federal Reserve americana è condizionato all'andamento dei mercati azionari nei prossimi mesi


Alla vigilia delle urne, il referendum sull'indipendenza della Scozia si preannuncia un testa a testa. Cosa accadrebbe in caso di vittoria dei sì? “Il risultato sarebbe abbastanza ininfluente per i Gilt inglesi. Ma nel medio-lungo termine si potrebbe verificare un indebolimento della sterlina. In ogni caso, la vicenda peserà poco nei portafogli dei nostri clienti: l'esposizione complessiva alla sterlina, tra azione e obbligazioni, è mediamente nell'ordine del 3%”, rassicura Luca Riboldi, direttore investimenti di Banor Sim.

 

Ben più rilevante potrebbe essere l'impatto delle future decisioni della Federal Reserve. Gli ultimi dati Usa, ricorda Riboldi, suggeriscono una ripresa solida: dalla fiducia dei consumatori ai dati sulla disoccupazione fino ai segnali d'incremento dei salari. Il rischio, sottovalutato da molti investitori, è che Janet Yellen, rassicurata dal continuo miglioramento dei principali indicatori macroeconomici, sia portata ad anticipare il processo di normalizzazione della politica monetaria. “Molto dipende dall'andamento dei mercati azionari: se le Borse dovessero subire uno storno importante, il probabile impatto sulla ricchezza delle famiglie americane spingerebbe il presidente della Fed a procrastinare fino alla fine del secondo trimestre il primo aumento dei tassi”, ipotizza il direttore degli investimenti. In caso contrario, invece, con i mercati azionari robusti fino alla fine dell'anno e anche a inizio 2015, il cambio di rotta potrebbe prendere forma già nel primo trimestre. Con effetti tutti da verificare su reddito fisso e listini, soprattutto (ma non solo) quelli emergenti. In ogni caso, il biglietto verde sembra favorito rispetto alla moneta unica. con un target a 12-15 mesi che Riboldi colloca attorno a quota 1,20.

 

Cruciale, a questo proposito, saranno anche le prossime mosse della Banca centrale europea, sul piede di guerra contro le pressioni deflattive ma ancora restia a varare un vero piano di allentamento monetario esteso all'acquisto di titoli governativi della zona euro. Intanto, il 18 settembre, ci sarà la prima asta dell'operazione Tltro e a seguire, il 2 ottobre, avremo i dettagli del programma di acquisto di titoli cartolarizzati (Abs) e covered bond. “I mercati l'hanno già scontato”, chiosa il direttore investimenti, “ma in generale queste misure dovrebbero aiutare le banche italiane a rimettere in moto il credito. La politica monetaria, però non basta. É necessario mettere in campo le riforme e fino adesso se ne sono viste poche”.

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