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Benamou (Axiom): “Vi spiego il flash crash di Francoforte”

5/13/2015 | pieremilio.gadda

L'improvviso balzo dei rendimenti sui bund tedeschi insegna che nei prossimi mesi il debito sovrano andrà maneggiato con cura


A partire dal 20 aprile i rendimenti del bund tedesco si sono impennati, passando da 7 punti base a 67 bp. Questo brusco movimento equivale a una perdita di circa 5 punti percentuali in conto capitale, quanto basta per mettere in difficoltà più di qualche fondo obbligazionario. Come si spiega la violenta correzione delle ultime settimane? “La verità è che nessuno sa esattamente cosa sia successo”, premette David Benamou, ceo di Axiom, boutique francese specializzata sul settore bancario (nella foto). “Tutti si aspettavano che prima o poi i tassi sarebbero saliti in futuro, ma perché proprio il 20 aprile 2015?. Proviamo a tentare una spiegazione”.

 

Il Quantitative easing americano, ricorda l'ad, ha messo in evidenza un dato: l'annuncio di ogni programma ha prodotto un crollo dei tassi d'interesse, seguito da un rimbalzo al momento degli acquisti. È vero, il maggiore emittente europeo di bond governativi, la Germania, oggi ha un'offerta di emissioni nette negativa il Tesoro americano, quando il Qe ebbe inizio, aveva un enorme deficit. “Ma in una certa misura vale un ragionamento analogo”, precisa Benamou. “Il mercato obbligazionari prima dell'annuncio di un QE è spesso guidato da investitori “fast money”, mordi e fuggi. Ad un certo punto i rendimenti sono scesi troppo e molti hanno chiuso le posizioni”.

 

Una seconda spiegazione potrebbe essere legata alle aspettative sull'inflazione. Uno degli obiettivi del QE è impedire che l'Europa crolli in uno scenario deflattivo, riportando l'andamento dei prezzi al consumo in prossimità del target della Bce, 2%. Le aspettative d'inflazione sono cresciute rapidamente in aprile, soprattutto a fine mese dopo il rimbalzo delle quotazioni petrolifere (+40% dai minimi di gennaio).

 

Un terzo fattore da tenere in considerazione porta la firma di Bill Gross. Il 21 aprile il guru del reddito fisso ha definito il bund un'“ovvia posizione corta”, seguito a ruota, il 29 aprile, dal collega Jeffrey Gundlach. “Inoltre, nelle ultime settimane sui media si sono moltiplicati articoli sui “pazzi tassi d'interesse” che potrebbero aver gettato le basi per un'inversione di rotta”, ricorda l'ad di Axiom.

 

“Nessuna di queste spiegazione, però, giustifica da sola il rapido aumento dei tassi d'interesse. La risposta corretta potrebbe nascondersi in alcuni tecnicismi del mercato, legati alle caratteristiche del programma di acquisti della Bce", ricorda Benamou. Il riferimento è al divieto in seno alla banca centrale di comprare titoli con rendimenti inferiori a -20 bp; al tetto del 33% sul debito di ciascun Paese (per ogni emissione non potrà acquistare più del 25% dei titolo sul mercato) e alla ripartizione degli acquisti in base alla partecipazione al capitale dell'istituto di Francoforte (il che riduce la flessibilità in termini di ammontare totale acquistabile per singolo emittente). “Il rischio di una risalita dei tassi deve essere gestito con estrema attenzione e la volatilità degli interessi sui governativi è destinata ad aumentare”.

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