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Benamou (Axiom): “La correzione? Un'opportunità d'ingresso sui finanziari”

9/16/2015 | pieremilio.gadda

Ad eccezione dei titoli esposti alla Cina e ad altri mercati emergenti, i fondamentali dell'industria bancaria restano buoni


La violenta correzione innescata dalla Cina nel mese di agosto non ha risparmiato quasi nessuno. Anche le banche europee hanno sofferto, in linea con il mercato. Ma il brusco movimento potrebbe aver creato le condizioni per un riposizionamento sui titoli finanziari del Vecchio Continente. “Il sell-off generale non modifica i fondamentali dell'industria bancaria europea – chiosa David Benamou, ceo di Axiom, boutique francese specializzata sul settore bancario (nella foto) -. Ad eccezione di istituti con un'ampia esposizione alla Cina (essenzialmente HSBC and Standard Chartered), ad alcuni mercati emergenti in difficoltà (per esempio Santander) e al settore Oil & Gas, siamo convinti che le prospettive di redditività delle banche europee, nel breve e medio termine, non siano mutate”.

 

Secondo Benamou, il drastico ritracciamento subito dai listini nelle ultime settimane ha creato buone opportunità e rappresenta un punto d'ingresso favorevole per catturare nei prossimi 3-5 anni la ripresa dei corsi azionari del settore finanziario, già avviata. Il ceo di Axiom ritiene che il crollo cinese sia la conseguenza di un irrazionale movimento speculativo: come riporta Bloomberg, gli investitori retail cinesi hanno aperto 50 milioni di conti titoli nel primo semestre, spingendo le performance del listino cinese sopra il 120%, prima di precipitare.

 

A guidare lo sprint dello Shanghai Composite sono stati quindi gli investitori locali: vale la pena ricordare che, prima del rally, le due scelte d'investimento a lungo predilette dai risparmiatori del Dragone, mattone e prodotti di wealth management, sono divenute via via via meno attraenti. Alla vigilia dello sprint di Borsa, le valutazioni delle azioni cinesi erano molto basse e gli investitori locali in forte sottopeso. Il 21 novembre del 2014, per la prima volta dal giugno del 2012, la Banca Popolare Cinese ha tagliato il costo del denaro per ridare fiato alla crescita interna, attivando i flussi in acquisto e la gigantesca bolla speculativa esplosa in estate.

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