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2/1/2022 | Stefano Massarotto- Facchini Rossi Michelutti Studio Legale Tributario
L’Unione europea ha recentemente pubblicato (il 22 dicembre 2021) una proposta di Direttiva (COM (2021) 565 final) volta a contrastare l’interposizione (ad esempio da parte di persone fisiche o investitori extra-UE) di società di comodo (o special purpose vehicles) per ottenere vantaggi fiscali indebiti all’interno dell’Unione europea.
Il timing previsto dalla Commissione europea è abbastanza stringente: la Direttiva dovrebbe applicarsi dal 1° gennaio 2024 e con effetti parzialmente retroattivi (la valutazione dello status di shell company è fatta, infatti, con riferimento ai due anni precedenti e, quindi, presumibilmente, dal 1° gennaio 2022).
La Commissione evidenzia che recentemente sono stati compiuti importanti progressi con l’adozione della direttiva anti-elusione (ATAD) e l’ampliamento del campo di applicazione della direttiva sulla cooperazione amministrativa (DAC); tuttavia, le società di comodo continuano a rappresentare un rischio per l’utilizzo a fini fiscali impropri, come l’evasione e l’elusione fiscali, come da ultimo confermato dai noti “Pandora papers”.
Al fine di contrastare tali pratiche, la proposta di Direttiva individua le shell companies attraverso un processo per fasi – o gateway – e alcuni indicatori relativi all’attività e alla sostanza minima di tali veicoli. I veicoli societari che soddisferanno i criteri della Direttiva saranno oggetto di scambio automatico di informazioni e saranno classificati come “shell companies”, così perdendo i benefici fiscali previsti dalle Direttive comunitarie – come la Direttiva Ue sui dividendi intracomunitari (cd. “Madre-figlia”) e quella sugli interessi e royalties comunitari – e dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni.
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