Dopo le ipotesi di un matrimonio con Azimut, caldeggiato sulla stampa finanziaria nelle scorse estati ma sempre smentito da entrambe le parti, per Banca Generali ora ci sarebbe una fusione in vista con FinecoBank. Secondo il Corriere della sera, che parla di piani allo studio presso alcune banche d’affari, UniCredit starebbe valutando nell’ambito del riassetto strategico delle partecipate la possibilità di aggregare la controllata di Piazza Durante, di cui detiene il 56% delle quote, alla banca del Leone di Trieste, per dare vita a un unico gruppo focalizzato sulla consulenza finanziaria e risparmio gestito.

Un unico grande polo in grado di sfidare nel campo dell’asset gathering Fideuram, che ora ingloba gli ex promotori di Banca Fideuram e Sanpaolo Invest e il private banking del gruppo Intesa Sanpaolo, forte di un’armata di oltre 5.500 professionisti. La nuova realtà, che potrebbe contare su 4.300 consulenti, sommando i 2.600 consulenti Fineco ai 1.700 di Banca Generali, potrebbe nascere tramite una fusione o uno scambio di azioni tra le due realtà. Le voci, ovviamente, non hanno trovato conferma.

Quanto al mercato, come riporta MilanoFinanza.it, gli esperti di Banca Akros la ritengono plausibile una simile operazione mentre per gli analisti di Equita SIM la ritengono "molto improbabile" alla luce delle differenze tra le due società. Non solo. Gli analisti di Equita non comprendono a pieno le ragioni per cui UniCredit dovrebbe optare per una soluzione "complicata e piena di rischi piuttosto che, al limite, la vendita diretta" della controllata. In caso di fusione, infatti, Generali Assicurazioni avrebbe il 20% del nuovo gruppo, mentre Unicredit il 29%, senza alcun beneficio in termini di Cet1.