UBS ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 425 milioni di franchi, in calo del 58,1% rispetto ai 1,05 miliardi dello stesso periodo del 2011. Un risultato ampiamente al di sotto delle attese degli analisti che si aspettavano un risultato in linea con quello dello scorso anno a 1,1 miliardi. La banca ha spiegato questa contrazione con il ribasso delle entrate generate dalle negoziazioni e dai servizi, tra cui una perdita per 349 milioni in relazione allo sbarco in borsa di Facebook a maggio, e con l'aumento degli oneri di gestione.

Considerando le divisioni, il wealth management ha registrato un utile pre tasse di 502 milioni di franchi, in calo dagli 803 milioni del trimestre precedente, e una raccolta netta di 9,5 miliardi, in aumento dai 6,7 miliardi del periodo precedente, grazie alla buona performance nell'Asia Pacifica, nei mercati emergenti e in Svizzera, mentre il private banking nelle Americhe ha registrato un utile pre tasse di 211 milioni, in lieve crescita dai 209 del primo trimestre, e una raccolta di 3,8 miliardi. In picchiata, invece, l'investment banking, che ha risentito delle condizioni del mercato e della forte perdita in seguito all'IPO di Facebook, registrando così nel periodo un rosso di 130 milioni, dall'utile di 730 milioni del primo trimestre.

L'asset management ha chiuso con profitti pre tasse a 118 milioni, in lieve calo dai 156 milioni del trimestre precedente, e una raccolta positiva di 3,4 miliardi, rispetto ai 2,9 miliardi in uscita nel primo trimestre. Cala anche la divisione retail & corportate con un utile pre tasse di 399 milioni dai 575 del periodo precedente. La banca svizzera, che conta 63.520 dipendenti a fine giugno, dopo una riduzione di 3.500 unità, ha detto che continuerà ad esplorare strade per migliorare l'efficienza senza entrare nel dettaglio di ulteriori misure e conta di raggiungere un core Tier 1 superiore al 9% entro fine 2012.