Le turbolenze sui mercati cinesi che hanno portato alla forte correzione azionaria di agosto non hanno scatenato la corsa ai riscatti dai fondi comuni come ci si aspettava che accadesse. Non si è vista una fuga come nel 2013, stando ai dati Broadridge (Lipper), quando nel solo mese di giugno si registrarono oltre 34 miliardi di euro in uscita dall’industria dei fondi, soprattutto dai prodotti obbligazionari. Gli investitori due anni fa reagivano all'annucio dell’avvio del tapering da parte della Fed.

Questa volta, nonostante il timore di un rialzo dei tassi da parte della Fed e il crollo dei listini, i riscatti si sono fermati a 19 miliardi di euro. Nel complesso i fondi azionari attivi hanno sofferto i maggiori deflussi, 27 miliardi di euro, tra prese di profitto e uscite tattiche, in alcuni casi verso prodotti a gestione passiva, che hanno registrato flussi per 8 miliardi di euro. Non a caso le società che hanno venduto di più nel corso del mese sono quelle che nella propria offerta includono gli Etf e i fondi passivi (BlackRock, DeAWM, Vanguard e Amundi).

In questo scenario i fondi monetari sono stati il “safe haven” del momento, ricevendo grand parte dei 20 miliardi di euro usciti dai fondi azionari. I prodotti più venduti nel mese, se escludiamo una movimentazione interna a Uninvest che ha fatto confluire gli asset azionari nel fondo UniGlobal Vorsoge, sono stati Invesco Perpetual Global Targeted Returns (1,4 miliardi), Julius Baer Multiflex - Global Multi-Asset Income (998 milioni), Amundi Etf Msci Usa Ucits Etf (670 milioni), Interfund Euro Currency (571 milioni), Pioneer Structured Solution Fund - Progetto Cedola 08/2020 (568 milioni), Babson Capital European Loan (538 milioni), Allianz GI Fund - Allianz Advanced Fixed Income Global Aggregate (500 milioni), db x-trackers Euro Stoxx 50 Ucits Etf (Dr) (494 milioni), Aberdeen Alternative Strategies (464 milioni).