La flessibilità vince anche nel reddito fisso. Lo scorso anno le strategie più popolari in Europa nei fondi obbligazionari globali sono state quelle flessibili che hanno registrato flussi netti in entrata per 12,9 miliardi di euro, stando a una recente analisi di Morningstar Italy, su un totale di 17 miliardi di euro fluiti in questa categoria di fondi obbligazionari da gennaio a novembre 2015. Al secondo posto troviamo i fondi globali corporate, che investono prevalentemente nel debito societario con una raccolta netta in 11 mesi di 3,8 miliardi di euro.

Il successo delle strategie flessibili, spiegano gli analisti, è dovuto alla maggiore libertà di muoversi tra diversi tipi di emissioni, comprese quelle di qualità più bassa (non investment grade) e dei paesi emergenti. La caccia al rendimento, insomma, per i gestori di questi fondi è a 360 gradi rispetto ad altri prodotti più vincolati. Un’arma in più, insomma, in un ambiente in cui i tassi bassi di interesse hanno schiacciato i rendimenti delle obbligazioni.

Per contro, stando all’analisi di Morningstar, l’afflusso ai global bond più tradizionali (i cui portafogli sono prevalentemente composti da titoli investment grade) è stato contenuto e pari a poco meno di 330 milioni di euro in 11 mesi. I maggiori flussi netti, invece, hanno interessato i fondi flessibili con una copertura valutaria in euro, dollari o sterline e quelli che utilizzano l’euro come moneta principale, ma hanno la possibilità di esposizione limitata ad altre valute.