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Fondi comuni: in Italia commissioni ancora troppo elevate

10/19/2017

Morningstar: hanno prezzi più alti rispetto alla media europea. Come noi anche Francia e Spagna. Ma la MiFID II spingerà al ribasso le fee anche in questi paesi


Il problema degli alti costi dei prodotti di risparmio gestito e della scarsa trasparenza continua a pesare sugli investitori in Italia. Lo scrive Morningstar, la nota società di analisi e rating dei fondi comuni di investimento, nella quinta edizione del "Global Fund Investor Experience Study", che mostra come migliorare l’esperienza degli investitori nei singoli paesi. Secondo lo studio, Francia, Italia, Finlandia, Spagna e Belgio hanno ottenuto un giudizio più basso della media europea ("below average"). Motivo? Tutti soffrono nelle aree di “commissioni e spese” e di “vendita”, scrivono gli analisti, anche se "la situazione di questi paesi europei dovrebbe migliorare con l’introduzione imminente della direttiva MiFID II a gennaio 2018 che prevede norme più severe a protezione degli investitori".

Meglio di noi, secondo Morningstar, si piazzano oggi Sud Africa, Australia e persino la Thailandia, che hanno fatto un salto di qualità (oggi sopra la media, above average) a seguito degli sviluppi normativi registrati negli ultimi anni. Lo studio, inoltre, fa notare che oggi l’area “commissioni e spese” ha un peso nettamente più rilevante, rispetto alle edizioni precedenti di questo report, e che i calcoli delle commissioni medie ponderate per asset nelle principali classi di attività (azionarie, obbligazionarie e bilanciate) "mostrano una continua pressione al ribasso dei costi su molti mercati". Se alcuni, come per esempio Regno Unito, Australia e Paesi Bassi, hanno abolito le retrocessioni per la consulenza finanziaria, ci sono ancora 15 mercati in cui i consulenti sono ancora remunerati tramite rebates (è il caso dell'Italia), mentre in 24 dei 25 mercati analizzati, le banche e le società assicurative restano il principale canale di distribuzione.

A livello globale, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito sono i soli paesi in cui i consulenti indipendenti sono uno dei maggiori canali di vendita. Sul podio troviamo gli Stati Uniti d'America: si confermano il paese con il giudizio più alto sin dal 2009, grazie a costi bassi e un forte regime di trasparenza, nonostante sia migliorabile il segmento di regolamentazione e tassazione (un punto che tocca diversi mercati). Da notare come l’India abbia ottenuto il giudizio di "top" per quanto riguarda la disclosure, insieme agli Usa: sono gli unici due mercati che richiedono trasparenza sulla remunerazioni dei gestori di fondi.

“Il nostro report ha aperto il dialogo sulle best practice dei paesi del mondo dal 2009 e continua questa mission per incontrare e rispondere alle esigenze degli investitori nella loro esperienza di sottoscrizione di fondi” ha detto Anthony Serhan, direttore della ricerca strategica per l'area Asia Pacifico e co-autore dello studio. “Oltre all’implementazione di normative come il DOL (Labor Fiduciary Rule) negli Usa e la MiFID II in Europa, altri mercati si sono già attivati abolendo le commissioni, richiedendo o incoraggiando una migliore trasparenza delle società di gestione e adottando nuove teconologie per tagliare i costi di gestione a carico degli investitori”.

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