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Bce, le conseguenze per il reddito fisso e gli asset rischiosi

9/4/2014

Il commento di Martin Harvey, responsabile obbligazionario in Threadneedle Investments, e Azad Zangana, european economist, e Chris Ames, senior FI portfolio manager di Schroders, spiegano le mosse decise dall'istituto guidato da Mario Draghi


Mossa a sorpresa della Bce guidata da Mario Draghi (nella foto): l’istituto di Francoforte ha ridotto i tassi d’interesse allo 0,05% dallo 0,15%. Allo stesso tempo, la Banca Centrale ha lanciato un programma di acquisto di covered bond e asset backed securities (Abs) per aumentare l’offerta di moneta. Martin Harvey, responsabile obbligazionario in Threadneedle Investments, spiega il suo punto di vista sulle misure della Bce. 

 

"La Bce è andata oltre le aspettative di mercato, mettendo in evidenza sia l'impegno ad ancorare le aspettative di inflazione, e anche accrescendo le preoccupazioni riguardo al fatto che gli investitori stiano perdendo fiducia dopo tanti mesi di bassa inflazione. Il recente calo delle aspettative di inflazione ha ispirato sia un taglio dei tassi di interesse e un fermo impegno per l'acquisto di ABS, che accanto alle prossime LTRO potrebbe aumentare il bilancio della banca centrale fino a 1 trilione di euro".

 

"Ci sono certamente punti interrogativi che riguardano le difficoltà tecniche degli acquisti di ABS, il che spiega l'esitazione di impegnarsi in una dimensione specifica, ma l'impegno politico deve essere abbastanza grande per aumentare la fiducia nella capacità della BCE di rispettare il proprio mandato. Questo segnerà l'inizio del Quantitative Easing, pur senza seguire la via più tradizionale di acquisti di obbligazioni sovrane". Secondo il gestore, per ora, questa politica dovrebbe fornire ulteriore conforto ai mercati del reddito fisso, almeno fino a quando si scoprirà quanto velocemente si verificherà il rafforzamento dello stato patrimoniale.

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Secondo Azad Zangana, european economist, e Chris Ames, senior FI portfolio manager di Schroders, A nostro avviso, il taglio dei tassi di interesse è totalmente irrilevante. A causa dell’eccesso di liquidità nei mercati monetari, i tassi di breve termine sono al di sotto del tasso di riferimento della BCE già da un po’ di tempo: il taglio odierno avrà quindi un impatto prossimo allo zero.

 

L’acquisto di ABS è progettato per trasferire il rischio dei pacchetti di prestiti dalle banche all’Eurotower, elemento che in teoria dovrebbe liberare del capitale delle banche stesse in modo che possano incrementare i prestiti alle famiglie e alle imprese. Naturalmente, non c’è alcuna garanzia che gli istituti di credito decidano di aumentare i prestiti, soprattutto poiché alcuni sono sotto pressione – da un punto di vista regolamentario – affinché aumentino le proprie quote di capitale core. Inoltre, secondo JP Morgan, il mercato degli ABS in Europa è molto limitato in termini dimensionali: vale circa 1.200 miliardi di euro ma, escludendo le emissioni fuori dall’Eurozona, la somma si riduce a 885 miliardi. Tuttavia, poiché la maggior parte dello stock di ABS esistente è utilizzato come collaterale per accedere alle varie operazioni di pronti contro termine della BCE, nel mercato secondario l’ammontare di ABS disponibili è pari a circa 251 miliardi di euro – poco meno del 2,6% del PIL. Rispetto alle dimensioni del bilancio della Federal Reserve americana, pari a 4.400 miliardi di dollari (circa 5.700 miliardi di euro), gli acquisti di ABS della BCE probabilmente non saranno abbastanza significativi da avere un vero impatto sull’economia reale. Inoltre, dal punto di vista degli operatori di mercato, l’Eurotower probabilmente prenderà il posto degli acquirenti di lungo termine di questa asset class e potrebbe quindi potenzialmente danneggiare il mercato nel lungo periodo.

 

Le limitazioni del mercato degli ABS hanno naturalmente spinto gli investitori ad arrivare alla conclusione che la BCE sarà alla fine obbligata a comprare altri asset e, in particolare, titoli di Stato, come fatto in passato dalla Fed e dalla Bank of England. Per adesso, questo punto non è nell’agenda della BCE e se le proiezioni dello staff dell’Eurotower sono corrette nel vedere una ripresa della crescita e dell’inflazione nel 2015, l’Istituto di Francoforte potrebbe non doversi mai impegnare in questa controversa operazione.

 

Vale la pena sottolineare che Draghi ha rivelato come alcuni membri del Consiglio direttivo volessero attuare uno stimolo maggiore rispetto a quello poi deciso, mentre una minoranza si è espressa in senso contrario ai provvedimenti varati oggi. Ciò suggerisce che c’è ancora molta resistenza al QE, ma anche che opzioni più aggressive sono ancora disponibili. Data la reazione dei mercati, gli investitori stanno chiaramente scommettendo sulla probabilità che a breve l’Eurotower approvi ulteriori stimoli.

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