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FED, le previsioni dei gestori sulle mosse future

2/2/2023 | Redazione Advisor

Nessuna sorpresa dalla banca centrale USA che, nell’ultima riunione, ha alzato i tassi d’interesse di 25 punti base


Tutto come da copione. Mercoledì la Fed ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base. Vediamo come i gestori commentano la decisione presa dalla banca centrale USA.

James McCann, deputy chief economist di abrdn, sottolinea che “l'anno scorso la Fed era stata criticata per essere rimasta indietro rispetto alla curva, dopo essere stata colta alla sprovvista dall'impennata dell'inflazione. Dopo una serie di rialzi dei tassi d'interesse fuori misura, la mossa di 25 punti percentuali, più consona, mostra una banca centrale maggiormente a suo agio con il contesto attuale. Certamente la Fed sarà incoraggiata da alcuni segnali di rallentamento dell'inflazione, ma il lavoro è tutt'altro che finito. La Fed continua a segnalare che sarà necessaria una serie di rialzi dei tassi per trascinare la crescita dei prezzi verso il livello obiettivo, mentre la banca centrale si oppone a un mercato desideroso di prevedere un atterraggio morbido e tagli dei tassi d'interesse nel corso dell'anno. Riteniamo che alla Fed rimanga solo un altro rialzo, con una recessione verso la metà dell'anno che potrebbe far deviare il percorso del suo ciclo di inasprimento”.

Jonathan Duensing, head of fixed Income, US di Amundi US, rileva che “il Comitato ha mantenuto l'espressione ‘ulteriori aumenti’ per chiarire che non ha finito di inasprire la politica. Tuttavia, l'inserimento della frase ‘estensione dei futuri aumenti’ indica che il rialzo dei tassi di 25bp rappresenta un ‘ritorno alla normalità’ nel ritmo dei rialzi futuri".

Per quanto riguarda la reazione del mercato, “inizialmente ha ceduto dopo la pubblicazione della dichiarazione, in quanto il fatto che non vi fossero stati cambiamenti rispetto alle linee guida precedenti è stato interpretato come una scelta da falco, ma ha registrato un forte rialzo durante la conferenza stampa, poiché il presidente della Fed ha espresso ottimismo per un ‘atterraggio morbido’ e non si è sbilanciato sull'allentamento a breve termine delle condizioni finanziarie”.

Jeffrey Cleveland, chief economist di Payden & Rygel, spiega che “la Federal Reserve ha aumentato nuovamente i tassi in occasione della prima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) del 2023, portando il tasso sui Fed funds al 4,75% con un aumento di 25 punti base. Nel comunicato che annuncia la decisione, si afferma che probabilmente sarebbero stati necessari ‘continui aumenti’ per contenere l'inflazione. Nella conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente Powell ha rafforzato questo messaggio, affermando che il ‘lavoro della Fed non è finito’ e che è ‘troppo presto per dichiarare vittoria’ contro l'inflazione. Powell ha anche aggiunto che ‘continui aumenti’ significa ‘un altro paio’ di rialzi dei tassi di 25 punti base. Come sosteniamo da mesi, i tassi overnight probabilmente saliranno e resteranno alti più a lungo di quanto il mercato si aspetti. E nulla di quanto abbiamo sentito mercoledì dalla Fed ci ha dissuaso da questa view”.

Brian Nick, chief investment strategist di Nuveen, rileva che "i mercati stanno prezzando quasi lo scenario migliore per l'economia statunitense quest'anno: crescita positiva, rapida disinflazione e continuo allentamento delle condizioni finanziarie. Questo scenario potrebbe rivelarsi valido, ma andando in avanti potrebbero esserci notevoli rischi rally simultanei dei mercati azionari e obbligazionari. Poiché continuiamo a ritenere che la Fed aumenterà i tassi più di quanto i mercati si aspettino, e manterrà i tassi più alti più a lungo, non possiamo escludere un ritorno alle condizioni di mercato che hanno prevalso nel 2022. A meno che la Fed non faccia un passo indietro, siamo posizionati per un ritorno a un contesto guidato dai settori difensivi, in cui è probabile che gli asset di qualità superiore e duration più breve registrino buone performance. Abbiamo iniziato l'anno con un atteggiamento rialzista verso il credito societario investment grade e high yield, nonché sui municipal bond, e questa view non è cambiata nonostante l'impressionante rally di questi segmenti. Siamo inoltre incoraggiati dalla riapertura della Cina e dalle migliori notizie economiche provenienti dall'Europa, che ci hanno reso meno negativi sulle asset class non statunitensi, anche se il dollaro ha ceduto alcuni guadagni. Sebbene siamo convinti che il 2023 continuerà a essere un anno più favorevole per gli investitori rispetto al 2022, un'asticella non certo alta, non ci aspettiamo un ritorno completo ai precedenti massimi di mercato finché non saremo convinti che la disinflazione possa continuare senza un grave indebolimento dell'economia".

Secondo Whitney Watson, head of fixed income portfolio management di Goldman Sachs Asset Management, “l’allentamento della pressione inflazionistica e l’indebolimento dei segnali di crescita hanno fatto da sfondo alla decisione presa dalla Federal Reserve di rallentare ulteriormente il ritmo di inasprimento dei tassi. La guidance sull’attuale politica monetaria è leggermente orientata al rialzo, ma ulteriori aumenti dello 0,25% sembrano destinati a rappresentare lo status quo da ora in poi, dal momento che la parola ‘velocità’ in termini di incremento dei tassi è stata sostituita con il termine ‘entità’. Anche se non ci siamo ancora lasciati il pericolo alle spalle, i dati in arrivo sulla crescita dei salari e sull'inflazione sono stati incoraggianti, compresa una decelerazione dell'indice del costo dell'occupazione, l'indicatore salariale più utilizzato dalla Fed. La strada da percorrere dipende dal riequilibrio del mercato del lavoro, che a sua volta rallenterà la crescita dei salari e l'inflazione core dei servizi. Per gli investitori, il dato più importante è che nel 2023 l'attenzione si è spostata dal rapido aumento dell'inflazione al rallentamento della crescita economica. Riteniamo che in questo contesto la correlazione tra obbligazioni e asset di rischio diventerà meno positiva, se non addirittura negativa. Le migliori capacità di copertura delle obbligazioni, combinate con un rendimento e un potenziale total return più elevati, offrono agli investitori l'ambiente più interessante nei mercati del reddito fisso da oltre un decennio a questa parte, anche dopo la forte performance registrata a gennaio”.

Laura Frost, investment director del public fixed income team di M&G Investments, precisa che "sebbene Powell abbia affermato che sono necessarie "prove sostanzialmente più evidenti che l'inflazione sia su un percorso duraturo di discesa ", non ha rigettato la possibilità di tagli di 50 pb verso la fine del 2023. Questi sono in effetti già prezzati dal mercato (insieme a un tasso terminale leggermente più basso, ora al 4,9%). A mio avviso, la Fed dovish fa disperare i mercati sul trade di duration e questo cambiamento nella narrativa generale potrebbe ricordarci - ancora una volta - di non andare contro la Fed. Nel frattempo, le decisioni odierne di BCE e BOE potrebbero portare a un'ulteriore debolezza per il dollaro USA, in quanto la BCE ha indotto i mercati a pensare di essere ancora su un percorso aggressivo. Tuttavia, la decisione ci ricorda un'altra cosa fondamentale: non fare affidamento sulla forward guidance".

Secondo Daleep Singh, chief global economist di PGIM Fixed Income, "l'aspetto più da 'colomba' della riunione è stata l'interpretazione del presidente Powell sul perché le condizioni finanziarie si siano allentate negli ultimi mesi. Invece di definire le condizioni di mercato più favorevoli come un'incomprensione della funzione di reazione della Fed, Powell ha spiegato il tutto come una divergenza di opinioni sull’andamento e sull'entità della disinflazione a cui probabilmente assisteremo quest'anno. Riteniamo che la lettura del mercato sia probabilmente quella più accurata e manteniamo la nostra aspettativa che la Fed sospenda la sua campagna di rialzo dei tassi a marzo al 5%, dato che continuano ad arrivare prove convincenti di una disinflazione su larga scala. Per concludere, è importante ricordare che le banche centrali e gli investitori hanno un diverso orientamento sui rischi. Per il presidente Powell, il pericolo maggiore è una spirale inflazionistica al rialzo. Per gli operatori di mercato, invece, il rischio è quello di perdere un notevole rimbalzo del mercato nel momento in cui la disinflazione prenderà piede".

Nicolas Leprince, fund manager multi-asset & overlay di Edmond de Rothschild Asset Management, mette in luce che "è stata la conferenza di Powell a fornire il maggior numero di informazioni sulla lettura attuale della Fed, pur senza una previsione economica aggiornata. L'evoluzione delle condizioni finanziarie, che si sono allentate parecchio dall'ottobre 2022, non rappresenta un problema perché secondo la Fed sono ancora sufficientemente restrittive, soprattutto con tassi reali positivi su tutta la curva. Inoltre Powell ha citato 10 volte durante il Q&A che le forze 'disinflazionistiche' sono attive: aumento dei prezzi dei beni durevoli alle nostre spalle, fattori ribassisti del mercato immobiliare davanti a noi. A suo avviso, questo conferma che l'inflazione rallenterà, con una continua cautela sul fronte del mercato del lavoro. Infine, per quanto riguarda le divergenze di opinione tra i mercati finanziari e la Fed su un possibile taglio dei tassi nel 2023, Powell ha ricordato che non è questo il loro scenario di base, pur senza chiudere la porta nel caso in cui l'inflazione dovesse calare più del previsto. Il cambiamento di tono è evidente nel discorso di Jerome Powell. Non ha contraddetto i mercati finanziari sulle condizioni finanziarie più morbide o sulla previsione di taglio dei tassi. Dal nostro punto di vista, ciò conferma il nostro orientamento positivo sui mercati obbligazionari".

Tiffany Wilding, North American economist e Allison Boxer, Economist di PIMCO, prevedono che "visto il recente indebolimento di vari indicatori sull’attività economica negli USA e notizie migliori sull'inflazione, riteniamo che la pausa della Fed non sia lontana. Infatti, se le recenti tendenze economiche continueranno come ci aspettiamo - prevediamo una recessione moderata negli Stati Uniti nel 2023 - alla riunione di marzo la Fed dovrebbe avere abbastanza dati in mano per un rialzo e per segnalare la pausa".

Jason England, portfolio manager di Janus Henderson, spiega che "con il mercato del lavoro statunitense in tensione, riteniamo che la Fed sarà orientata verso un ulteriore atteggiamento da falco, anche se ciò significa tollerare un'accelerazione del rallentamento economico per allentare la pressione al rialzo sui salari. Riteniamo che gli investitori obbligazionari debbano mantenere un atteggiamento prudente e cercare un carry sufficiente sui titoli a più breve scadenza fino a quando non sarà fatta chiarezza sul percorso a lungo termine dell'inflazione e dei tassi di riferimento".

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