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Powell alza i tassi, ma resta prudente

3/22/2018

La Fed ha alzato i tassi d'interesse di 25 punti base in un range dell'1,50-1,75% e rivisto in positivo lo scenario economico


Il Federal Open Market Committee della Fed ha alzato i tassi d'interesse di 25 punti base in un range dell'1,50-1,75%. Oltre all’aumento, la banca centrale americana ha rivisto in positivo lo scenario economico e annunciato di conseguenza un aumento più rapido dei tassi di interesse nel 2019 e nel 2020, rispetto a quanto precedentemente atteso. Il tono utilizzato nella dichiarazione, infatti, è stato relativamente rialzista, con il FOMC che ha riconosciuto il fatto che "negli ultimi mesi, le prospettive economiche si sono rafforzate". Come previsto, il Comitato ha inoltre ribadito che "le condizioni economiche si evolveranno a tal punto da garantire ulteriori aumenti graduali dei tassi Fed fund".

Come intepretare, dunque, il primo incontro di Powell? "La Fed non si è posizionata su posizioni da falco con il passaggio delle consegne dalla Yellen a Powell, ma esprime solo una maggiore fiducia su occupazione e inflazione" aggiunge Christophe Bernard, chief strategist di Vontobel. La pensa allo stesso modo Yves Longchamp, head of research di ETHENEA Independent Investors, secondo cui la decisione della Fed è simile a quella della Bce di inizio marzo. "Entrambe - spiega - le decisioni illustrano il nuovo scenario in cui operano le banche centrali. Le previsioni economiche sono riviste in modo favorevole e asimmetrico. Sulla scia dei buoni dati attuali, le previsioni di crescita sono state drasticamente riviste al rialzo, mentre le previsioni sull'inflazione sono state solo leggermente modificate. In questo contesto, la politica di 'middle ground' di Jerome Powell, il nuovo presidente della Fed, funziona bene: rappresenta l'arte di fare qualcosa, ma non troppo".

L'elemento che ha sorpreso maggiormente molti investitori, invece, è stata la conferma di tre aumenti dei tassi attesi per quest'anno invece di quattro. "Molti investitori prevedevano che la Fed avrebbe rivisto al rialzo la propria view, per via della forte crescita, di un tasso di disoccupazione minore del previsto e di un outlook economico in miglioramento. Questa conferma potrebbe essere legata alla volontà da parte di alcuni membri del FOMC di ritardare leggermente la decisione di rivedere la propria posizione sui tassi di interesse, evitando di essere percepiti come già indirizzati verso i 4 rialzi dei tassi già a inizio anno, rimanendo poi bloccati in una situazione senza via d'uscita" spiega Charles St.Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier IM

Tuttavia la possibilità di quattro rialzi è tutt’altro che una mera ipotesi. "Il FOMC è ora equamente diviso fra tre e quattro rialzi" fa notare Nick Peters, gestore multi-asset di Fidelity International. “Secondo il dot plot, nel 2019 si assisterà a un ulteriore rialzo. Il 2020 vedrà uno o più rialzi aggiuntivi. La Fed  - prosegue Peters - è pronta inoltre a scommettere che i tassi dovranno essere strutturalmente più elevati rispetto a quanto si pensasse in precedenza, dal momento che la sua previsione di lungo periodo ha visto un leggero aumento per la prima volta dopo anni di calo". 

Anche Keith Wade, chief economist & strategist di Schroders, si aspetta quattro aumenti dei tassi quest'anno e due, invece, il prossimo: "Le nostre previsioni coincidono con i dot plot a fine 2019. Resta da vedere se ciò sarà sufficiente per frenare l’inflazione. Molto dipenderà dalla rapidità con cui accelererà la spesa pubblica. I dazi più elevati potrebbero complicare il quadro, alimentando l’inflazione e indebolendo la crescita". Sulla stessa linea è Generali Investments Europe che si aspetta un’ulteriore revisione al rialzo dei tassi per il 2018 nella riunione di giugno, in linea con la sua previsione di quattro rialzi. 

Questo scenario, per Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca EMEA di SPDR ETFs, "spingerebbe i tassi a breve termine al 3% entro la fine del 2019, una percentuale molto più alta rispetto a quella attuale dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, fattore che potrebbe potenzialmente appiattire molto l’andamento della curva. I mercati hanno reagito in modo tiepido, ma nel tempo i potenziali beneficiari di questa decisione potrebbero essere le banche statunitensi". Quanto alle ripercussioni sugli investimenti della decisione Jeremy Gatto, investment manager del CAS Team di Unigestion, spiega che al momento nei loro fondi sono corti sull’IG "poiché riteniamo che gli attuali spread non ricompensino gli investitori per il rischio assunto, oltre al fatto che la stretta sulla liquidità e la maggiore volatilità potrebbero renderli vulnerabili". 

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