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Russia-Ucraina, le ricadute sulle banche europee

3/3/2022

L’invasione russa dell’Ucraina metterà sotto pressione la qualità degli asset dei grandi player dell'Europa occidentale, ma l’impatto dovrebbe essere limitato. L’analisi di Fitch Ratings


Il danno ci sarà, ma dovrebbe essere limitato. Inevitabilmente l’invasione russa dell’Ucraina metterà sotto pressione la qualità degli asset delle grandi banche dell'Europa occidentale, tuttavia gli alti livelli di profitto operativo pre-impairment dovrebbero mitigare l’impatto negativo. E’ la previsione di Fitch Ratings.

 

L’agenzia di rating osserva che oltre al tema della qualità degli asset le banche in questa fase si trovano davanti un rischio operativo notevolmente aumentato. Devono garantire che le loro operazioni siano conformi alle sanzioni internazionali contro la Russia, e la loro capacità di gestire le esposizioni russe, anche nei loro portafogli di negoziazione, sarà influenzata dalle sanzioni. Qualsiasi grave danno alla crescita economica causato dalla guerra in Ucraina indebolirà le prospettive economiche e finanziarie delle banche.

 

Ma a quanto ammonta l’esposizione delle banche europee verso la Russia? Fitch riporta i dati della Banca dei regolamenti internazionali, secondo cui a fine settembre 2021 le banche dell'Europa occidentale avevano crediti totali verso le controparti russe per circa 91 miliardi di dollari. Di questi, 41 miliardi di dollari si riferivano a posizioni locali in valuta locale, principalmente esposizioni detenute da filiali russe di banche estere. L'esposizione verso le controparti ucraine era invece molto più contenuta, inferiore ai 9 miliardi di dollari, e principalmente detenuta da banche austriache e francesi. Tra le grandi banche francesi, BNP Paribas e Credit Agricole sono le più esposte all'Ucraina grazie alle loro filiali bancarie retail locali. Fitch evidenzia che l’'impatto sulla qualità dell'attivo di questi due gruppi sarà contenuto data la modesta dimensione delle esposizioni e lo status di autofinanziamento delle controllate. Tuttavia, è probabile che le esposizioni generino oneri di svalutazione crediti più elevati nel 2022, intaccando gli utili operativi del gruppo.

Secondo i dati della BRI, a livello di Paese sempre a fine settembre 2021, a detenere la maggiore esposizione transfrontaliera verso le controparti russe erano le banche italiane e francesi, per rispettivamente circa 15 e 10 miliardi di dollari. Tutte le altre banche dell'Europa occidentale avevano un'esposizione combinata di circa 17 miliardi di dollari.

 

L’agenzia di rating spiega che le esposizioni delle banche europee sono detenute principalmente attraverso operazioni di corporate e investment banking e portafogli di investimento, ed è probabile che la qualità creditizia di tali esposizioni si deteriorerà notevolmente, in particolare per le controparti maggiormente colpite dalle sanzioni. Ciò potrebbe comportare aumenti sostanziali degli oneri per svalutazione crediti di alcune banche, ma l'impatto dovrebbe essere attenuato dagli ampi profitti ante svalutazione delle banche. Alcune delle esposizioni beneficeranno anche di garanzie collaterali o di credito all'esportazione.

 

Société Générale e UniCredit sono le due banche europee con rating Fitch con le maggiori operazioni in Russia. Tuttavia, le esposizioni locali russe sono ridotte rispetto al capitale complessivo delle capogruppo, rappresentando in ciascun caso meno del 2% delle esposizioni totali. La maggior parte delle esposizioni russe riguarda le operazioni bancarie delle filiali locali.

Anche un azzeramento degli investimenti delle due banche nelle loro filiali russe in uno scenario estremo avrebbe un impatto abbastanza moderato sul capitale a livello di gruppo. Fitch stima che il Common Equity Tier 1 ratio consolidato di Société Générale scenderebbe di circa 40 pb e quello di UniCredit di circa 15 pb. Ciò lascerebbe comunque i coefficienti di entrambi i gruppi ben al di sopra dei loro requisiti di riserva regolamentare, evitando di compromettere il loro rating, dato che le banche compenserebbero l'impatto attraverso la generazione organica di capitale.

 

La capitalizzazione delle banche con filiali russe risentirà anche del deprezzamento del rublo. Tuttavia, Fitch prevede che la maggior parte delle banche copra ampiamente il rischio di valuta estera, per evitare ampie oscillazioni dei coefficienti patrimoniali consolidati.

 

Secondo Fitch il rispetto delle sanzioni imposte a diverse controparti russe dall'UE, dal Regno Unito e dalla Svizzera pone significative sfide operative per le banche, in particolare laddove l'esclusione dal sistema di pagamento SWIFT, o altri impedimenti, pregiudicano la capacità delle controparti di rimborsare i creditori esteri o di negoziare in titoli.

 

 

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