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Cina, dalla Russia nuove opportunità

7/9/2014

L’accordo da $400 miliardi per il gasdotto russo è stato acclamato come una novità in grado di cambiare le carte in tavola per la Russia; ma per la Cina? Il commento di Karine Hirn, partner di East Capital


L’accordo da $400 miliardi per il gasdotto russo è stato acclamato come una novità in grado di cambiare le carte in tavola per la Russia; ma per la Cina? Secondo Karine Hirn, partner di East Capital, si può dire che i gasdotti siano l’equivalente politico del matrimonio e che la Cina si sia felicemente legata alla Russia per i prossimi 30 anni almeno.

 

Il beneficio più evidente sono i 38 miliardi di metri cubi (bcm) di gas all’anno che arriveranno al confine nord della Cina nel corso dei prossimi tre decenni. La maggior parte dello sviluppo economico del Paese è avvenuto sulla costa mentre l’interno e alcuni dei territori del Nord rimangono economicamente arretrati. Abbondanti quantità di energia a basso prezzo aiuteranno il governo di Beijing a sviluppare questa parte del Paese e a colmare lo squilibrio sociale e la diseguaglianza rispetto alle province più sviluppate del Sud e della costa.

 

L’accordo è ancor più importante per l’impatto che avrà sull’intero Paese: diversificazione delle fonti di gas importato; gas meno caro per l’intero Paese e la garanzia di forniture stabili di lungo periodo per l’economia affamata di energia.

 

Le forniture di gas russo rispondono anche a un secondo problema sociale che minaccia di insidiare l’autorità di Beijing: l’inquinamento. Per venire incontro alle crescenti necessità energetiche la Cina fa ancora fortemente affidamento sul carbone – l’utilizzo del gas rappresenta una fetta dell’attuale consumo di carburante pari al solo 27.5% del totale delle aree urbane  - la qualità dell’aria ne ha risentito e sta diventando un vero problema, specialmente per la classe media emergente. Sostituendo il carbone con il gas come combustibile per le centrali energetiche si risolverebbe il problema in una volta, ma si tratta di un processo graduale. 

 

L’accordo con la Russia per 38 bcm l’anno attraverso il gasdotto siberiano equivale più o meno a un quarto dell’attuale consumo cinese di gas, e a meno del 10% della domanda stimata per il 2020. Entro il 2020 la Cina dovrebbe consumare un totale di 420 bcm, di questi 120 miliardi dovranno essere importati.

 

La Russia potrebbe rivestire un ruolo importante nel rifornimento del fabbisogno di gas della Cina. Innanzitutto ci sono clausole nel contratto che permettono di raddoppiare la fornitura di gas nel periodo di durata dell’accordo fino a 68 bcm all’anno. Se l’iniziale investimento nei gasdotti richiede ai russi di spendere circa $55 miliardi e alla Cina altri $22 miliardi su ogni lato del confine, ci sono anche progetti per un secondo gasdotto attraverso le montagne russe dell’Altai fino alla provincia dello XinJiang che potrebbe portare altri 30bcm all’anno. Alcuni analisti a Beijing credono che questo secondo gasdotto potrebbe materializzarsi prima delle attese.

 

È chiaro che il gas russo non soddisferà mai il bisogno della Cina di importare gas da altri Paesi, ma le fornirà una moneta di scambio molto utile nelle negoziazioni con i fornitori di risorse alternative  come il gas liquido naturale (LNG) del Medio Oriente e dell’Australia. La capacità di aumentare le esportazioni dalla Russia significa che Beijing dovrebbe essere in grado di spingere il prezzo delle forniture di LNG che arrivano da altre direzioni.

 

Al momento l’operazione rappresenta un accordo pragmatico per rifornire la Cina con il 10% del suo consumo futuro di gas naturale. Tuttavia, Beijing e Mosca stanno già discutendo di "una partnership energetica di vasta portata," che avvicinerà ancor più le due potenze.

 

Per fare sì che la Cina utilizzi molto gas, è necessario riversare investimenti nel sistema domestico di distribuzione. Un’ulteriore dimostrazione della natura strategica della nuova relazione dato che i governi non intraprendono questo genere di spese infrastrutturali se non sono sicure della loro controparte.

 

La fornitura energetica è di importanza strategica per il Paese e la domanda di gas naturale è solida. Beijing è convinta che valga la pena investirci, ma la domanda riguarda più che altro chi si accollerà i costi. Gli incentivi economici per il fabbisogno di gas devono essere migliorati e hanno già prodotto una riforma sui regimi di prezzo del gas, attualmente in corso, per svilupparne lo scambio su basi commerciali.

 

La più stretta relazione con Mosca consolidata con l’accordo sul gas si estenderà anche ad altri ambiti: la Cina è molto interessa alle potenziali forniture d’acqua dai fiumi siberiani per i suoi territori aridi del Nord Est, oltre che all’affitto di terre per la coltivazione di prodotti alimentari e per il legname.

 

Anche le dimensioni politiche dell’accordo sono significative. Chiaramente ora la Cina vede la Russia come un importante alleato internazionale, e lo ha sottolineato la scorsa primavera quando il Presidente Xi Jinping ha scelto Mosca come prima delle sue visite ufficiali all’estero. Per la Cina, la Russia è importante in quanto partner che affronta la presa egemonica degli Stati Uniti sulla politica internazionale. 

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