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PIR, il credito d’imposta alza le stime della raccolta

12/21/2021 | Daniele Riosa

Secondo gli analisti di Intermonte “l'introduzione dei Piani Individuali di Risparmio alternativi potrebbe anche rappresentare una soluzione intelligente all’attuale impasse a livello UE sugli ELTIF”


“L'interesse degli investitori per il‘PIR alternativo’ sarà probabilmente alto (afflussi di 3-5 miliardi di euro all'anno stimati da Assogestioni). Questi strumenti alternativi sarebbero adatti a superare la volatilità del mercato, dato il loro impegno a lungo termine, e sono complementari ai fondi PIR in un senso più ampio (sono concepiti per investitori semi-professionali piuttosto che investitori al dettaglio)”. E’ quanto si legge nel report sull’andamento del segmento italiano delle mid-small caps realizzato dal team di ricerca di Intermonte, che focalizza la sua attenzione anche sui Piani individuali di risparmio ‘classici’ e ‘alternativi’.

Gli analisti del team credono che “l'introduzione dei PIR alternativi potrebbe anche rappresentare una soluzione intelligente all’attuale impasse a livello UE sugli ELTIF, poiché i nuovi PIR alternativi sono autorizzati a comprare fondi ELTIF, quindi indirettamente a beneficio degli ELTIF”.

Le stime per i PIR a lungo termine

“Le nostre ipotesi - spiegano gli esperti - si basano sulle aspettative che l'interesse per questo prodotto rimarrà abbastanza alto grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell'investitore. In particolare, guardando al 2022, riteniamo che la classe azionaria mid/small sia ben posizionata nelle strategie degli investitori, il che dovrebbe tradursi anche in maggiori sforzi commerciali e di distribuzione da parte delle case d'investimento. Tuttavia, riduciamo la nostra previsione di afflussi per il 2021 di 50 milioni di euro, poiché riteniamo che lo slancio commerciale potrebbe risentire della recente volatilità del mercato”. 

Le ipotesi principali sono le seguenti: “Per il 2021, ipotizziamo una raccolta lorda da nuovi sottoscrittori di PIR di 0,15 miliardi di euro (da 0,2 miliardi), seguita da 2,4 miliardi di euro per il 2022. Per i sottoscrittori continui, ci aspettiamo che gli afflussi complessivi nel secondo anno ammontino a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello); nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) ci aspettiamo che la raccolta sia stabile al quinto anno) ci aspettiamo afflussi stabili, equivalenti in media al 60% degli investimenti fatti nel secondo anno; Infine, calcoliamo l'ammontare del capitale che sarà ritirato dagli investitori che decidono di uscire dal fondo prima del termine di cinque anni (per qualsiasi motivo) a ~4% del patrimonio in gestione nel 2021 e oltre”.

Le stime per i PIR alternativi

“Alla pubblicazione del rapporto di giugno 2020 – ricordano gli economisti - abbiamo anche aggiunto le nostre stime sugli afflussi previsti per i PIR alternativi. Diversi importanti asset manager italiani hanno ormai lanciato i loro nuovi fondi, per lo più ELTIF, conformi con il regolamento e la definizione di PIR alternativi (e quindi soggetti ai benefici fiscali). Sulla base delle nostre aspettative per gli ELTIF, prevediamo una raccolta di 300 milioni di euro nel 2020, 1,5 miliardi nel 2021 e 1,8 miliardi nel 2022, raggiungendo così un AUM cumulativo di 3,6 miliardi di euro a fine ‘22”. 

“Per il momento - precisano - le nostre stime sono più caute rispetto a quelle di Assogestioni per questo prodotto, che prevede una raccolta tra 3 e 5 miliardi di euro all'anno. Segnaliamo una notizia importante per i PIR alternativi: negli ultimi giorni di dicembre 2020 è stato è stato aggiunto al bilancio un emendamento che dà ai sottoscrittori di fondi PIR istituiti a partire dal 1° gennaio 2021 il diritto a un credito d'imposta su eventuali minusvalenze maturate su investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2021. Questo credito ha un tetto massimo del 20% dell'importo investito ed è utilizzabile per un periodo di 10 anni”.

“Pensiamo - conclude il team di Intermonte - che il credito d'imposta possa rappresentare un ulteriore importante strumento di marketing per i PIR, migliorando la visibilità sulle nostre stime per il 2021”.

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