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5/23/2016
Informazioni sul KIID più chiare e trasparenti per gli investitori che, prima di comprare, dovrebbero confrontare prodotti simili. È quanto scrive la Consob in un recente avviso con cui ha chiarito gli aspetti di maggiore rilevanza della nota pubblicata dall’Esma lo scorso 2 febbraio, relativa al “Supervisory work on potential closet index tracking”, un’indagine svolta dall’autorità europea di vigilanza dei mercati finanziari su un campione di organismi di investimento collettivo del risparmio - Oicr con l’obiettivo di contrastare la pratica comunemente definita “closet indexing” ovvero “index hugging”.
L’Esma lo scorso febbraio informava in particolari modo gli investitori della possibilità che alcuni Oicr europei siano “closet index trackers”: sono quei prodotti del risparmio gestito che adottano un parametro di riferimento (benchmark) quale driver per le scelte di asset allocation del portafoglio e, in particolare, fondi comuni che pur dichiarando uno stile di gestione “attivo”, ossia scostamenti apprezzabili rispetto al benchmark, anche se in seguito manifestano uno stile gestionale “passivo”, in cui le scelte di investimento effettuate si rivelano significativamente allineate al parametro di riferimento.
ESMA DICHIARA GUERRA AI FINTI GESTORI ATTIVI
Il Regolatore europeo per i mercati finanziari raccomanda pertanto ai gestori “di fornire una corretta rappresentazione degli obiettivi di investimento e del grado di rischio del portafoglio, avendo specifico riguardo al grado di scostamento delle scelte di investimento rispetto al benchmark", mentre agli investitori "di considerare tutte le informazioni che vengono rappresentate nella documentazione d’offerta". In particolare, se il fondo in cui si intende investire è un fondo azionario: nel caso, l’Esma raccomanda "di effettuare un confronto con i KIID di prodotti similari".
L’analisi condotta dall’autorità europea, ricorda la Consob, ha evidenziato infatti la potenziale esistenza di un numero ridotto, ma non trascurabile, di fondi europei armonizzati che "presenta le caratteristiche dei closet index trackers". Ciò, prosegue la Commissione, potrebbe comportare per questi prodotti finti “attivi” commissioni di gestione più alte rispetto a quelle applicate di norma per una gestione passiva o “non significativamente attiva” e un’esposizione a un profilo di rischio - rendimento diverso da quello atteso, anche perché i gestori potrebbero non aver fornito “una chiara descrizione dello stile di gestione” del fondo nel KIID.
Infine, anche se la Commissione non lo dice, tali carenze di informazioni rappresentate nella documentazione d’offerta potrebbe verificarsi più facilmente proprio nell'ambito della consulenza ristretta ai clienti retail e cioè limitata ai soli prodotti di "casa". La Consob, nell'ultima Relazione annuale relativa al 2015, ricorda che il 67% delle famiglie che ricevono offerte da parte del consulente riferite ai soli prodotti della banca di appartenenza dichiarano di seguire spesso le proposte di investimento ricevute.
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