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Gestore della settimana: "Con l'euro ha guadagnato solo la Germania"

1/16/2017

Paul Casson di Artemis IM parla degli sviluppi politico economici nell'Eurozona e dell'impatto che potrebbero avere sulle Borse


Le azioni europee non faranno molti progressi nel 2017. L'unico modo per guadagnare è sfruttare il divario fra vincitori e vinti che dovrebbe fornire ottime possibilità di scelta ai gestori attivi. Ne è convinto Paul Casson (nella foto), gestore azionario di Artemis IM. "Con la fine dell’anno gli investitori in azioni pan-europee si trovano in una situazione insolita. Nessuno fa salti di gioia per l’allungamento del quantitative easing e per i tassi di interesse a zero o addirittura negativi nei paesi sviluppati, perché se da un lato queste politiche hanno sostenuto i prezzi delle attività finanziarie, dall’altro hanno penalizzato la crescita economica. Eppure, nonostante il quadro inusitato, i timori di un cambiamento sono diffusi, anche se questo comporterebbe il ritorno a un contesto monetario più normale, in cui capitale e rischi sono prezzati in maniera più appropriata" spiega.

Parlando del rischio politico, Casson fa notare che dai tempi della crisi finanziaria globale è una presenza costante, e quasi mai positiva, nei mercati. "Crediamo che il 2017 non sarà diverso. Ampie fasce della popolazione non ricevono alcun beneficio dal QE e, avendo maturato la convinzione che le autorità non si occupino di loro, hanno deciso di votare per un cambiamento". Come reagirà la politica? "La nostra impressione è che cercherà di comprare il consenso utilizzando lo stimolo fiscale, a giudicare anche da quanto si è verificato con l’approvazione del primo bilancio pubblico del Regno Unito dopo la Brexit. Ci saranno sicuramente altri casi del genere, nonostante le proteste della Germania. La mostra uno dei motivi per cui queste proteste saranno ignorate. Gli altri Paesi europei sanno che il progetto dell’euro è stato più vantaggioso per la Germania che per altri Paesi, grazie al livello artificialmente basso del tasso di conversione iniziale fra il marco e la moneta unica" sottolinea Casson.

Passando al fronte dei profitti, l’Ue ha visto negli ultimi cinque anni un calo degli utili per azione e secondo Casson non c’è da meravigliarsi, quindi, se negli ultimi 18 mesi i mercati azionari europei hanno subito "un’emorragia di capitali e, rispetto a quelli statunitensi, evidenziano uno sconto di valutazione come non si vedeva da diversi decenni". Nonostante tutto, Morgan Stanley prevede una crescita degli utili del 12% per il 2017. Passando ai settori, il gestore fa notare che i titoli petroliferi, le materie prime e i profitti delle banche sono sotto pressione da un po'.

E spiega: "Con i prezzi delle materie prime che aumentano e la pendenza delle curve dei rendimenti che diventa sempre più ripida, un cambiamento del senso di marcia diventa inevitabile. Gli utili in questi settori cresceranno a un ritmo nettamente superiore alla media del mercato. Un aiuto verrà anche dal fatto che le azioni cicliche, grazie agli interventi di consolidamento, di ristrutturazione e di taglio dei costi, sono quotate a un forte sconto rispetto a quelle difensive, mentre gli utili delle azioni difensive sono in ritardo rispetto al mercato. Queste pressioni sono accentuate dalla rimozione del sostegno offerto da rendimenti obbligazionari molto bassi" conclude Casson.

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