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Banche, dopo gli stress test arrivano nuovi controlli

11/11/2014 | Alessandro Chiatto

Il Financial Stability Board ha comunicato che i grandi istituti mondiali dovranno avere più capitale e debito subordinato in modo da evitare l'intervento del settore pubblico in caso di crisi. In Italia, la Consob mette sotto osservazione dieci banche


Le banche mondiali non possono tirare un sospiro di sollievo neppure dopo gli stress test. Il Financial Stability Board, infatti, ha comunicato che i grandi istituti mondiali dovranno avere più capitale e debito subordinato in modo da evitare l'intervento del settore pubblico in caso di crisi. 

 

Il Fsb vuole combattere il fenomeno del too-big-t fail (la garanzia degli Stati nei confronti di istituti troppo grandi per fallire, anche se la mossa avrebbe effetti indesirati per il credito). 

 

L'organismo internazionale, guidato da Marc Carney (nella foto), chiederebbe alle banche di detenere un cuscinetto di azioni e bond convertibili fino al 16-20% degli asset ponderati (livello che in certi casi può salire fino al 25%). Rispetto a Basilea 3, il requisito sulla leva sarebbe almeno il doppio: il leverage  ratio salirebbe al 6% dal 3%.

 

Le consultazioni continueranno fino a febbraio e, qualora arrivasse l'approvazione definitiva, i nuovi requisiti partiranno a inizio 2019. 

 

Non solo, perché in Italia la Consob ha messo sotto osservazione dieci banche italiane tra le reduci degli stress test. Gli istituti dovranno spiegare al mercato se recepiranno alcune indicazioni degli esami sugli attivi (aqr) specie in materia di crediti. Tra oggi e domani, UniCredit, Intesa Sanpaolo, UBI, Mps, Carige, Bpm, Banco Popolare, Bper, Credem, CreVal approveranno i rendiconti intermedi e dovranno fornire alcune informazioni esaurienti su alcuni fronti. In particolare, se ci sono impatti contabili degli esiti dell'aqr con specifico riferimento a: accantonamenti sui crediti emergenti dall'esame delle posizioni di credito campionate, dalla proiezione statistica dei risultati e dalla revisione della valutazione collettiva oltre ad aggiustamenti connessi della fair value review. 

 

La Consob impone di evideziare gli accantonamenti del terzo trimestre, specificando se sono state fatte rettifiche ai saldi patrimoniali all'inizio di gennaio e se, eventualmente, sono previsti altri accantonamenti sul bilancio 2014. 

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