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1/8/2015
L'inflazione in Europa è scesa in territorio negativo. Questo cosa implica per il mercato europeo? Azad Zangana, european economist di Schroders, prova a dare una risposta a questa domanda.
La stima preliminare sull’inflazione armonizzata dell’Eurozona è per la prima volta da ottobre 2009 scesa in territorio negativo, attestandosi a dicembre allo -0,2% a/a, al di sotto delle attese (posizionate a -0,1%), e alimentando i timori di chi vede l’Eurozona diretta verso un lungo periodo di deflazione. Tuttavia, i dettagli sul dato finora disponibili mostrano che il calo dell’inflazione è trainato in gran parte da fattori esterni. Escludendo infatti i prezzi di energia, alimentari, alcol e tabacco, il tasso di inflazione annuo core ha in realtà accelerato, passando nell’ultimo mese del 2014 dallo 0,7% allo 0,8%.
Il principale fattore alla base del calo dell’inflazione è stato la caduta del sotto-indice relativo all’energia. Il prezzo del gas naturale europeo è stato colpito a inizio 2014 da un inverno insolitamente mite, mentre il recente crollo dei prezzi globali del petrolio ha avuto un ulteriore impatto ribassista.
Probabilmente, i timori circa la deflazione continueranno a essere elevati, aumentando la pressione sulla Banca centrale europea affinché attui nuove misure di stimolo. Nonostante ciò, sono pochi i segnali a sostegno della tesi di un’economia europea più deflativa. La fiducia dei consumatori resta infatti ragionevolmente elevata, mentre le attese sull’inflazione non sono scese su livelli significativamente bassi. Inoltre, le vendite al dettaglio hanno tenuto bene, lasciando intendere che le famiglie non stanno rinviando gli acquisti per avvantaggiarsi di nuovi futuri cali dei prezzi. Queste modifiche di comportamento sono tipicamente associate alle prime fasi di un periodo prolungato di deflazione, come per esempio avvenuto in Giappone.
L’inflazione dovuta ai fattori interni, misurata per esempio dal tasso core, è bassa, ma non in territorio negativo. Ciononostante, un basso tasso di inflazione accresce di per sé il rischio di deflazione, poiché molti prezzi gestiti a livello nazionale sono legati a tale indicatore. Per esempio, quando l’inflazione cadde in territorio negativo nel 2006, il tasso core scese bruscamente circa sei mesi dopo. Potremmo assistere allo stesso fenomeno quest’estate. Per questa ragione, ci aspettiamo che la BCE cambi la composizione del suo piano di acquisto asset in modo tale da includere i titoli di Stato a marzo, con un possibile annuncio dopo l’incontro del Consiglio Direttivo di gennaio. L’Eurotower potrebbe anche decidere di comunicare un target di acquisto più ambizioso, dunque una maggiore espansione dei propri bilanci, e di accelerare la velocità di quest’ultima operazione.
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