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Speciale fondi comuni, 1984-2014: la forza della memoria

12/6/2014

Si è svolto il 4 dicembre a Palazzo Mezzanotte l'evento dedicato ai trent'anni dell'industria italiana del risparmio gestito. Tanti i protagonisti di oggi e di ieri che hanno ripercorso la storia e lanciato le sfide future.


"In latino celebrare significa onorare un valore, una memoria: oggi siamo qui per celebrare l'industria dei fondi comuni in Italia". Con queste parole Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, ha aperto la serata del 4 dicembre dedicata al mondo del risparmio gestito italiano. Una serata che ha visto succedersi sul palco (e nei video) tanti dei protagonisti di ieri e di oggi di un'industria il cui valore "oggi è evidente nei numeri eccezionali del 2014 che riflettono la fiducia dei risparmiatori verso questo settore che si conferma solido" ha subito commentato Galli dal palco di Palazzo Mezzanotte.

 

Da un lato ci sono gli italiani che oggi più che mai stanno dimostrando di aver colto l'importanza di un investimento diversificato come quello dei fondi e il valore offerto da un professionista della gestione. Dall'altro, l'industria che, dal 1984 al 2014, ha saputo crescere in maniera continuativa portando gli asset da 2,7 miliardi a 655 miliardi di euro. "È chiaro che non possiamo fermarci ai traguardi di quest'anno ma dobbiamo guardare anche alla storia dell'industria, alla nostra memoria, un patrimonio comune utile per affrontare le sfide future" ha chiarito ancora Galli, il cui pensiero è stato ampiamente condiviso dai protagonisti intervenuti nel corso della serata e che hanno, tra aneddoti e riflessioni sul futuro, ripercorso un trentennio partito, fin da subito, con uno slancio inaspettato. 

 

"Quando negli anni Ottanta stavamo creando l'industria dei fondi comuni eravamo poco convinti e molti pensavano che fosse una decisione istituzionale e non un'opportunità di business" ha commentato Walter Ottolenghi, Mediolanum Gestione Fondi SGR, "ma la risposta straordinaria del pubblico fece subito cambiare idea e diede uno slancio iniziale imprevisto". Di certo tutti "avevamo la sensazione di creare qualcosa di nuovo" ha affermato il presidente di Assogestioni Giordano Lombardo che ha ricordato come i fondi comuni abbiano "cambiato radicalmente la gestione del risparmio degli italiani e migliorato la cultura del mercato".

 

"In termini di costruzione della cultura finanziaria questi 30 anni sono stati davvero spettacolari" gli ha fatto eco il vice-presidente di Assogestioni, e guida in Italia di Franklin Templeton, Sergio Albarelli che vede nell'apertura delle reti ai prodotti di terzi un forte fattore di crescita di un'industria che oggi "registra una significativa presenza di realtà internazionali".


"Oggi quasi un terzo delle masse totali gestite dal settore sono in mano alle sgr estere" ha spiegato Albarelli. "Player che hanno avuto il merito di portare importanti benefici al settore quali, ad esempio, un miglioramento della qualità dei prodotti, un miglioramento delle risorse umane e un miglioramento dei rapporti con il mondo della distribuzione". 

 

Ma ora il settore deve guardare al futuro. Un futuro che passa anche dalla tecnologia, come ha ricordato Massimo Tosato, Chief Executive di Schroder Investment Management: "oggi è possibile sottoscrivere fondi comuni più facilmente e più rapidamente grazie alle forti innovazioni tecnologiche", un bene per un settore che ha sempre portato con sé anche la crescita dei risparmi degli italiani. E che ora può essere un utile volano alla crescita dell'economia reale del paese.

 

"I fondi comuni, infatti, sono pronti ad aiutare l'economia reale" ha affermato Santo Borsellino, guida di Generali Investments Europe e vice presidente di Assogestioni. E questa è una priorità per un settore che, a detta di Lombardo, "oggi ha una grande responsabilità, dovuta anche ai numeri di raccolta del 2014:  il nostro core business rimane il sostegno del risparmiatore, ma ora dobbiamo mettere al centro anche la crescita reale del Paese".


Secondo il presidente di Assogestioni, infatti, gli asset manager "hanno l'opportunità storica di sostenere l'economia, ma questo sostegno non significa sostituire le banche piuttosto offrire alle imprese un canale alternativo. L'evoluzione normativa nazionale e internazionale va già in questa direzione". E Lombardo non dimentica le altre grandi sfide dei fondi comuni: diffondere il risparmio di lungo periodo, aiutare i clienti a percepire i fondi come un prodotto giusto e ricco di tutele, diffondere e far decollare anche la previdenza integrativa.

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