Entra dal fondo dell'Inalpi Arena di Torino Stefano Volpato (in foto), direttore commerciale di Banca Mediolanum, per aprire l’edizione 2024 della convention della banca-rete da 4.400 consulenti finanziari. Entra dal fondo della platea come faceva Ennio Doris; ricordando, come il suo mentore, di aver iniziato come uno di quei consulenti e di essere cresciuto scalando la gerarchia aziendale.

La parola “Domani”, che quest’anno dà il titolo al principale evento del gruppo, illumina di arancione la platea dove i family banker sono divisi per ripartizioni regionali, mentre Volpato ringrazia tutti i protagonisti presenti, a partire dai rappresentanti delle divisioni di Spagna (1.600 family banker, fino a poco tempo fa guidati dall'attuale d.g. Igor Garzesi) e d'Irlanda (dove è basata la Mediolanum International Funds guidata da Furio Pietribiasi) e della famiglia Berlusconi (Fininvest è il secondo azionista di Mediolanum col 30% delle azioni, al momento ancora congelate), rappresentata dal fratello più legato alla finanza, Luigi.

Il discorso del direttore commerciale di Banca Mediolanum inizia con il ricordo di una conversazione avuta con Francesco D’Arco, direttore di Advisor, riguardo al libro  “Da consulente… …a consulente” pubblicato qualche anno fa dal decano della professione Francesco Priore.

In quel volume, del 2016, Dario Velo, allora presidente del collegio sindacale di Banca d’Italia scriveva: “I consulenti finanziari traboccano di energia e ottimismo, sono consapevoli di essere pionieri coraggiosi. Tra di loro parlano ad alta voce, sono amici più che colleghi”. E ancora: “Erano considerati barbari. Era vero. Erano i nuovi barbari che portano nuova energia, nuova cultura, nuove capacità alternative al declino di un mercato finanziario in declino”. E chiosa Volpato: “Il presidente Velo aveva capito già tutto”.

Il numero uno della rete di Banca Mediolanum ribadisce subito quale sia la funzione sociale dei consulenti finanziari, citando il 57° rapporto annuale Censis “I sonnambuli. Ciechi dinanzi ai presagi”. La relazione, pubblicata a fine 2023, segnalava come nei prossimi 25 anni in Italia ci saranno -9,1 milioni di contribuenti, una spesa sanitaria in aumento da 131 a 177 miliardi, un insufficiente numero di nuove nascite, un’autonomia finanziaria dei figli troppo tarda, un numero crescente di famiglie unipersonali e un inadeguato tasso di sostituzione tra redditi e pensioni.

“I consulenti finanziari devono efficientare la gestione dello stock di risparmio privato italiano” precisa il direttore commerciale. “Nel 2011 gli Italiani avevano una ricchezza finanziaria pro-capite pari a 159.600 euro, secondi soltanto agli Stati Uniti a 163.900, ma davanti alla Francia (151.400) e alla Germania (114.600). Nel 2022 il dato della Francia era salito a 213.400 euro (+40,9%), quello tedesco a 211.200 (+84,3%) e quello americano era volato a 409.800 euro (+150%). E l’Italia? Ultima dei quattro, con un dato salito appena a circa 170.000 euro”.

“E questo perché?” incalza la platea il dirigente. “Perché negli Stati Uniti ha un consulente finanziario il 46,8% delle famiglie. In Italia appena il 17,5%. Il margine di crescita per la nostra professione è immenso”.

E per ribadirlo chiama sul palco le eccellenze della rete, per premiarle insieme all'a.d. Massimo Doris: i quattro wealth advisor Andrea Fumarola, Roberto Gotti, Emanuele Pagnottaro e Alessio Palumbo, vincitori del “The Best” 2024 di Banca Mediolanum.

Giovani, maschi, veneti e lombardi, segnalano quale siano oggi i profili di advisor di punta del gruppo di Basiglio, membri del gruppo dei 125 wealth advisor, i grandi portafoglisti della rete con un portafoglio medio da 108 milioni di euro e di cui 79 in risparmio gestito.