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11/15/2011 | Roberto Abate
Il presidente dei banchieri europei, il danese Christian Clausen del gruppo Nordea, ha detto che gli istituti fanno bene a liberarsi dei Btp: riducono il rischio in portafoglio. In Italia, invece, ha fatto scalpore la notizia di un imprenditore toscano che ha comprato nelle scorse settimane una pagina del Corriere per invitare i propri connazionali a comprare i titoli di Stato italiani e in cui annunciava che ne avrebbe presi per una somma pari a 20.000 euro.
Ma chi dei due ha ragione? In questo periodo, infatti, i titoli di Stato stanno vivendo quello che potrebbe essere considerato un paradosso dei bond governativi: quando il rendimento sale (e quello dei titoli di Stato italiani viaggia in media in questi giorni sopra il 6%) il prezzo dell’obbligazione scende. Quindi vendere ora non converrebbe (chi avesse investito 10.000 euro in Btp a quindici anni e avesse venduto venerdì scorso, avrebbe perso 1.300 euro, faceva notare il CorriereEconomia ieri), anche se quello che temono molti gestori appunto è un'ondata di vendite (sell off): c’è chi pensa, sul mercato, che l'Italia sia sul serio incapace in futuro di pagare i propri creditori.
E lo dimostra la decisione della scorsa settimana di Lch Clearnet e da Cassa di compensazione e garanzia, che fanno capo a London Stock Exchange, di aumentare i margini iniziali chiesti per le operazioni di pronti – contro – termine sui titoli di Stato italiani. Un segnale chiaro, per i mercati: i Btp non sono più sicuri, anche se ieri il Tesoro ieri è riuscito a collocare 3 miliardi, con rendimenti però al top dal 1997 (6,29%), sebbene inferiori al picco della scorsa settimana (7,83%).
Eppure il nuovo governo Monti potrebbe rappresentare, a detta di molti operatori, un’occasione d’oro. Secondo un report di Goldman Sachs, lo spread nel caso della nascita di un governo tecnico sotto la guida di Mario Monti dovrebbe stabilizzarsi a quota 350 punti, anche se tornare indietro dalla soglia del 7%, toccata la scorsa settimana non sarà facile (gli altri Pig - Portogallo, Irlanda e Grecia - on ce l’hanno fatta nel 2010). Insomma, ad essere ottimisti, c’è ancora qualche settimana per comprare Btp a prezzi scontati sul mercato e con rendimenti da non sottovalutare e che ricordano gli anni precedenti la nascita dell'euro.
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